I Dillinger Escape Plan riposano in pace già da qualche anno. Il cantante Greg Puciato, invece, è più vivo e arzillo che mai. Non bastano dieci dita per contare tutti i progetti che lo vedono coinvolto. Ci sono le collaborazioni con Jerry Cantrell, già chitarrista degli Alice In Chains, e con un paio di supergruppi in formato deluxe, ovvero i Killer Be Killed (con Max Cavalera dei Soulfly/ex Sepultura, Troy Sanders dei Mastodon e Ben Koller dei Converge) e i Black Queen (con Joshua Eustis dei Telefon Tel Aviv). Ma c’è anche una carriera solista che, dopo il promettente esordio del 2020 intitolato “Child Soldier: Creator Of God”, riparte in questa torrida estate 2022 con “Mirrorcell”, secondo album scritto e registrato in quasi totale autonomia dal polistrumentista Puciato.
A fargli compagnia ci sono il batterista Chris Hornbrook (Poison The Well, ex Senses Fail) su tutte le tracce e la talentuosa Reba Meyers, chitarra e voce dei Code Orange, che aggiunge un tocco di femminilità a una semi-ballad dalle sfumature shoegaze e dal sapore dolceamaro come “Lowered”, un brano davvero ben fatto che racchiude l’essenza di quello che oggi dovrebbe essere l’alternative rock di qualità . Melodico ma anche energico; complesso e al tempo stesso immediato; radiofonico senza però mai sfociare in soluzioni facili o banali.
Le nove canzoni di “Mirrorcell” si muovono nelle direzioni più disparate, quasi volessero adattarsi all’umore cangiante di un artista che ha fatto dell’intensità un vero e proprio marchio di fabbrica. Ancora una volta Greg Puciato, che può contare su una voce estremamente versatile, prova a stupire l’ascoltatore con un rock decisamente molto robusto ma dallo stile screziato, con venature che vanno dal grunge (in “Reality Spiral”, “No More Lives To Go” e “Never Wanted That” si avverte in maniera chiara l’influenza degli Alice In Chains dell’amico Cantrell) all’elettronica (il dream pop sintetico e “industriale” di “We”).
Il coraggio che era alla base del precedente “Child Soldier: Creator Of God”, però, sembra essere del tutto svanito. L’impressione generale è che “Mirrorcell” sia stato concepito da un Puciato ancora ispirato ma col freno a mano tirato; quasi volesse nascondere la sua vera natura o, meglio ancora, addolcirla, con l’idea di allargare la base dei fan con della musica di più facile consumo.
Non una vera svolta commerciale, sia chiaro; parliamo piuttosto di un piccolo tentativo di rinunciare alla propria personalità per cedere alla tentazione di imitare alcuni fortunatissimi pezzi grossi dell’alternative metal di epoche più o meno recenti. L’emblema di questo nuovo percorso intrapreso da Greg Puciato è una canzone che si intitola “I, Eclipse”, uno sfacciatissimo plagio dei Deftones; sì, il pezzo ha un bel climax e si fa ascoltare con piacere, ma resta pur sempre una mera scopiazzatura!
Una delusione di non poco conto per un album comunque apprezzabile ““ ampiamente sopra la media per quanto riguarda l’alternative moderno. E che dire delle sferzate metalliche della pesantissima “All Waves To Nothing”? Bastano questi nove minuti di pura cattiveria per perdonare il cantante di Baltimora.