Dopo il successo di “The Neon” che tutto sommato inaspettatamente aveva ricevuto un notevole riscontro sia di critica che di pubblico e che aveva scalato le classifiche inglesi fino ai primissimi posti, si era parlato della volontà di Vince Clarke di realizzare una nuova versione dell’album e quello che ci si aspettava era magari qualche remix.
Ci siamo invece trovati di fronte questo “Day-Glo (Based on a True Story)” che in realtà , per quanto riprenda alcuni passaggi di “The Neon”, prende invece strade completamente diverse attraverso le quali Clarke sembra voglioso di sperimentare e portare gli Erasure verso una dimensione diversa e più complessa.
Finiamo con il trovarci di fronte un album diverso dal solito, che sembra quasi frutto di una ricerca sperimentale o di una voglia di improvvisare e lo rende senza dubbio interessante ma decisamente meno immediato del loro precedente lavoro.
Andrebbe anche bene anche se non fosse che non è proprio quello che ti aspetti vista la capacità degli Erasure di trovare, almeno in alcuni brani, la capacità di agganciare subito l’ascoltatore, cosa che qui risulta meno immediata e decisamente più complicata.
Questa scelta per certi versi nuova e inaspettata pone l’album, per quanto sempre con un sound riconoscibile, come un episodio molto probabilmente unico nella lunga storia passata degli Erasure.
L’assenza dei brani classicamente pop a cui siamo stati abituati da sempre un po’ spiazza e la distanza da “The Neon”, per quanto da lui tragga origine, appare evidente, in ultima analisi passata la sorpresa il lavoro appare abbastanza poco incisivo.
Un album che può essere interessante per apprezzare la solita maestria di Clarke e la sua volontà immutata di creare ma che finisce per essere un episodio che molto probabilmente verrà ascoltato attentamente solo dai fan più accaniti che sapranno riconoscere elementi e citazioni del loro passato.
Non credo che questo lavoro rappresenti una nuova alba e una nuova strada da percorrere per gli Erasure, o perlomeno non me lo auguro.