Il 1987 è l’anno della svolta per i Pet Shop Boys che, con il loro secondo album intitolato “Actually”, si impongono definitivamente come superstar del synth-pop britannico. Sopravvissuti al clamoroso successo del singolo “West End Girls”, Neil Tennant e Chris Lowe lanciano la loro personalissima sfida a chi li accusa di essere solo e solamente un fenomeno passeggero con un disco maturo, raffinato e profondo.
Un lavoro di cuore e testa che il duo londinese compone e registra con l’aiuto di una folta schiera di collaboratori di assoluto prestigio, tra i quali spiccano naturalmente i leggendari Ennio Morricone e Angelo Badalamenti (rispettivamente coautore “a distanza” e arrangiatore della ballad synth-orchestrale “It Couldn’t Happen Here”).
Non dimentichiamoci però di citare anche J. J. Jeczalik, pioniere del pop elettronico e sperimentale con gli Art Of Noise, che dona un tocco di modernità in più al sound dei Pet Shop Boys. Probabilmente sono suoi i campionatori e sequencer più innovativi ““ per l’epoca, almeno ““ che si fanno sentire in maniera prepotente su quasi tutti i brani del disco; soprattutto nella hit “Heart”, dove il riff portante altro non è che una manipolazione della voce di Tennant. Per molti versi è la tecnologia a farla da padrona in “Actually”, un album dalla fortissima anima digitale. L’approccio dei Pet Shop Boys a tastiere e strumenti affini è però molto “umano”.
I due sfruttano la potenza e l’orecchiabilità della dance pop ““ i suoi hook, i suoi ritmi, i suoi contrasti tra sfarzo e minimalismo ““ per raccontare gli orrori e le ingiustizie dell’Inghilterra thatcheriana. Si passa dall’annullamento degli interventi statali esaminato nella kraftwerkiana “Shopping”, una critica dissacrante alle privatizzazioni, al tema del moralismo che è alla base del super-classico “It’s A Sin”, una canzone dai toni drammatici in cui Neil Tennant attacca in maniera dura i conservatori e lancia strali contro la religione – fonte primaria di bigottismo e chiusura mentale che, riprendendo più o meno letteralmente le stesse parole del cantante (So I look back upon my life/Forever with a sense of shame/I’ve always been the one to blame), lo ha sempre costretto a vivere sotto l’insensato peso della vergogna e del peccato per un’omosessualità rivelata pubblicamente solo nel 1994.
La solitudine strisciante che rende estremamente amare le note della malinconicissima “King’s Cross” è figlia della città silenziosa e fredda che fa da sfondo alle piccanti avventure erotiche presentate nella danzereccia “One More Chance”, un inno alla passione più effimera e violenta (Chained, framed, you know what I mean/Push me in a corner and I’ll scream) in opposizione all’amore logoro ma rassicurante di “What Have I Done To Deserve This?” (straordinario il duetto tra Tennant e la rediviva Dusty Springfield) e a quello opportunista e cinico di “Rent”, che si basa solo ed esclusivamente sul pagamento dell’affitto di casa (But look at my hopes, look at my dreams/The currency we’ve spent/I love you, you pay my rent).
Tutte queste belle parole e descrizioni un po’ inconcludenti perchè ci tengo a sottolineare lo spessore di un album come “Actually”, vero e proprio manifesto politico, sociale e sentimentale dei Pet Shop Boys della prima ora. Nelle mani di Chris Lowe e Neil Tennant la musica ballabile si trasforma in un’arma intelligente e demistificatoria. Uno strumento leggero ma efficace per diffondere, con spirito caustico e una discreta dose di ironia, contenuti importanti e mai banali ““ prendendo di mira anche l’ingordigia del mercato discografico, come ben ci dimostra la graffiante “Hit Music” (con un giro di basso synth che ricorda da vicino quello della “Peter Gunn” in versione Art Of Noise). Un lavoro dalle mille sfaccettature che merita lo status di classico del pop anni ’80.
Data di pubblicazione: 7 settembre 1987
Tracce: 10
Lunghezza: 47:52
Etichetta: Parlophone
Produttori: Stephen Hague, David Jacob, Julian Mendelsohn, Pet Shop Boys, Shep Pettibone, Andy Richards
Tracklist:
1. One More Chance
2. What Have I Done To Deserve This?
3. Shopping
4. Rent
5. Hit Music
6. It Couldn’t Happen Here
7. It’s A Sin
8. I Want To Wake Up
9. Heart
10. King’s Cross