Il primo album solista di Scott Walker è una dichiarazione d’indipendenza. Chiara fin dal titolo lapidario (“Scott”) la volontà di allontanarsi fisicamente dai The Walker Brothers, la band che lo aveva reso una star internazionale e con cui aveva pubblicato “Images” appena sei mesi prima. Il vero distacco, quello musicale, sarebbe arrivato in seguito: il produttore John Franz è infatti lo stesso che aveva lavorato con i Brothers (fittizzi in realtà visto che non c’era alcun legame di parentela tra i tre componenti).
Stanco ormai dell’immagine di bel ragazzo biondo e tormentato ma non ancora pronto a rifiutarla come avrebbe fatto progressivamente con “Scott 2”, “Scott 3” e “Scott 4” Walker trova una dolce via di mezzo. Largo dunque all’amato Jacques Brel con le interpretazioni di “Mathilde”, “My Death”, “Amsterdam” e a pezzi folk contemporanei tra cui spicca una sentita versione di “The Lady Came From Baltimore” di Tim Hardin, ballate intense come “Angelica” o “When Joanna Loved Me” inframmezzate da qualche successo d’antan rivisitato con innata eleganza (“The Big Hurt” scritta da Wayne Shanklin e portata al successo da Toni Fisher). I vividi, lussuosi arrangiamenti orchestrali ricordano il pop confidenziale ed evocativo sperimentato in precedenza in versione più matura e adulta.
Aveva ventitrè anni Walker ai tempi di “Scott” ma il portamento e l’esperienza erano già quelli di un veterano, non deve quindi stupire il tono dei tre brani scritti di suo pugno. “Montague Terrace (In Blue)” col suo crescendo drammatico, “Such A Small Love” e la romantica “Always Coming Back To You” erano composizioni abbastanza tradizionali ma intense, cantate col cuore in mano e l’animo esistenzialista, fulcro di un album di successo arrivato fino al terzo posto delle classifiche inglesi.
Non è certo un mistero che alcuni fan di Scott Walker avrebbero preferito che continuasse ad essere l’artista di questo disco, a cantare con quella splendida voce baritonale, calda, sensuale e che abbiano mal digerito la decisione di rifugiarsi dietro muri di elettronica e sperimentazione chitarre e rumore dei decenni successivi che lo hanno reso un avanguardista doc. Un percorso artistico coraggioso il suo, da scoprire senza pregiudizi in ogni fase, anche nei periodi bui. Questo album mette in scena un autore e interprete di livello sopraffino e ancora oggi rappresenta un porto sicuro per chi è in cerca di certe emozioni.
Scott Walker ““ Scott
Data di pubblicazione: 16 settembre 1967
Tracce: 12
Lunghezza: 40:30
Etichetta: Philips
Produttori: John Franz
1. Mathilde
2. Montague Terrace (In Blue)
3. Angelica
4. The Lady Came from Baltimore
5. When Joanna Loved Me
6. My Death
7. The Big Hurt
8. Such a Small Love
9. You’re Gonna Hear From Me
10. Through a Long and Sleepless Night
11. Always Coming Back to You
12. Amsterdam