In una sera che non è più estate e non è ancora autunno, Sohn ha suonato al Biko, locale un po’ defilato ma che ha sempre riservato parecchie soddisfazioni. Il Biko ha parecchi pregi e qualche difetto: una buona acustica, gente simpatica che lo gestisce, un palco dove letteralmente sei a pochi centimetri da chi suona, il che è molto figo se sei nelle prime file e un po’ penalizzante se sei dietro.
Arrivo alle 22, lo trovo pieno ma non imballato. Sohn suonerà alle 22.30, il che ““ secondo me – per essere un lunedì sera è un po’ sfidante nella gestione del resto della settimana.
Il live parte bene, il pubblico è carico, sul palco c’è un bel feeling, che continua a crescere e che esplode con il terzo brano, “The wheel”.
La voce di Christopher Taylor è inconfondibile, con quegli alti che ti chiedi “ma come fa a prenderli?” e stasera mi sembra parecchio in forma, e si percepiscono delle good vibes tra tutti i componenti della band, sembrano divertirsi parecchio tra di loro, includendo anche noi che se solo allungassimo le mani potremmo toccarli.
“Mi piacciono le situazioni intime, sembra di stare nel mio soggiorno, solo che qui non c’è nessun bambino che mentre suono arriva gridando papà ho fame“, se ne esce con un candore disarmante Christopher, e pensi sarebbe bello averlo come amico e averlo sul telefono come Chris.
Il concerto è un alternarsi di brani dove è impossibile stare fermi e di altri più intimistici, come la bellissima “Riverbank”, che ci avvolge e ci coccola prima di un finale molto più dance, fatto da “Conrad” e “Artifice”.
L’ultimo brano (non essendoci un backstage al Biko è impossibile uscire e rientrare sul palco) è con “Rennen”, e noi delle prime file ce ne andiamo estasiati, non solo da un bel concerto, ma anche dal fatto di essere stati salutati con una very british stretta di mano da Chris.
E quando mai ci ricapiterà ?