Nono album (e quarto per la Domino) per il prolifico Alexander Giannascoli da Havertown, Pennsylvania: il disco, che arriva a tre anni dal suo eccellente predecessore , “House Of Sugar”, è stato come al solito scritto dal musicista di origine italiana nel suo appartamento, dove ha realizzato anche i demo, che in seguito sono stati registrati da una mezza dozzina di ingegneri del suono in giro per il nord-est gli Stati Uniti per cercare di ottenere la migliore qualità  sonora possibile.

La opening-track “After All” è un duetto con Jessica Lea Mayfield, anche se, a causa dei vocals filtrati, la sua voce non è molto riconoscibile, mentre le percussioni leggere e i synth garantiscono una bella melodia dai toni rilassanti con Alex che nel frattempo tratta di argomenti religiosi (“People come and people go away / Yeah but God with me he stayed”).

Piano e chitarre caratterizzano, invece, la successiva “Runner”, molto morbida e dalle influenze country-folk, sebbene abbia anche tendenze lo-fi: semplice, ma assolutamente gradevole.

Poco più avanti troviamo “No Bitterness” che inizia in maniera acustica e delicata per poi espandersi con una produzione pop moderna e convincente con synth e la voce filtrata dal vocoder, mentre l’atmosfera rimane sempre piuttosto rilassata.

“Cross The Sea” è posta proprio in mezzo al disco e porta un momento di totale riflessione con toni folk e pop molto soft costruiti con piacevolissimi synth, prima che nel finale esploda utilizzando sorprendentemente una rumorosa parte elettronica.

La successiva “Blessing”, dalle atmosfere lo-fi, pur sembrando assumere un atteggiamento relativamente tranquillo, inserisce in più di un’occasione alcune inserzioni elettroniche cattive dalle tendenze industrial molto cupe e dure, che però non entrano nel migliore dei modi all’interno del suo sound.

Anche “Headroom Piano” non manca di toni rumorosi e di atmosfere buie e spaventose, ma dopo la sua metà , lascia spazio a sonorità  più pulite e ottimiste con chitarra, piano e una batteria ciondolante: il risultato di questo mix è davvero convincente.

“Forgive”, invece, chiude il disco spostandosi ancora su territori country-folk con melodie riflessive, ma molto piacevoli, disegnate con banjo e chitarra elettrica senza nessun bisogno di forzare il ritmo.

“God Save The Animals” vede ancora una volta Alex G sperimentare con i suoni, spaziando tra vari generi e utilizzando numerosi colori della sua tavolozza sonora: forse in questo LP non tutto è perfetto, ma la qualità  è comunque elevata e i risultati sono intriganti. Un altro colpo vincente per il musicista di origini italiane.

Photo Credit: Chris Maggio