Cesare Malfatti non è un detective ma dell’investigatore ha l’acume e l’indole soprattutto quando la sua innata curiosità lo spinge a scavare nel passato prendendo spunto da vicende familiari per le sue avventure musicali. Un insieme di coincidenze, amicizie, affinità elettive ha portato l’ex La Crus a prendere in mano il saggio “I Catari di Monforte” scritto da suo nonno – Domenico Garelli ““ nel 1979 e recentemente ristampato col titolo “Monforte d’Alba Storia Di Un’Eresia”.
La vicenda dimenticata dei Catari di Monforte, eretici delle Langhe scoperti e perseguitati nel 1028, imprigionati e messi al rogo in quello che sarebbe diventato corso Monforte a Milano, fa da sfondo a un progetto di ampio respiro uscito in formato fisico a fine agosto e in digitale a settembre in ben due versioni: quella interamente strumentale e una cantata in cui si intrecciano le voci di Malfatti e Chiara Castello, collaboratrice preziosa già sentita in “Canzoni Perse” del 2017.
Testi curati da un gran numero di autori – Giulio Casale, Gianluca Massaroni, Luca Lezziero, Dany Greggio, Luca Morino, Alessandro Grazian, Luca Gemma, Giuseppe Righini, Angelo Sicurella, Vincenzo Vasi, Alex Cremonesi ““ e il recupero di un poemetto incompiuto di Giovanni Berchet come base del singolo “Al Castello Del Sir” fanno de “I Catari di Monforte a Milano” un’opera d’ingegno a più voci tra chitarre ed elettronica elegante, che racconta una storia di fede e anarchia, amore e pazzia, mistero e armonia, di dubbi e domande senza risposta tessuti con pazienza sul filo di una “Possibilità “.
Quattro anni dopo “La Storia E’ Adesso” (qui la recensione) Malfatti torna a camminare sul confine sottile tra presente e passato, un legame solido ed evidente soprattutto in brani come la tagliente “Milano La Notte” o la delicata “Una Casa” che parlano di eventi solo apparentemente lontani nel tempo ma vivono di emozioni vere anche oggi. Poetico e infinitamente umano, “I Catari di Monforte a Milano” ci ricorda il potere dell’empatia e il prezzo del sacrificio, l’inutilità dell’estremismo e della violenza e lo fa con grazia e rispetto.
Credit foto: Giulio Rocca