Passa finalmente al Magnolia di Segrate stasera e al Locomotiv di Bologna domani, il tour di M. Ward più volte rimandato e posticipato per i fatti arcinoti.
Songwriter americano in giro da una vita, anche con progetti paralleli, come i gradevoli She & Him insieme a Zooey Deschanel e gli stessi Monsters of folk.
Una discografia importante la sua, a cavallo con il nuovo millennio che conta diversi episodi, molti di questi incisi per 4AD, l’unica o forse una delle poche label sinonimo di garanzia assoluta e d’insindacabile qualità , una volta si comprava a scatola chiusa, ora almeno si ascolta qualsiasi lavoro esca da quelle parti.
Matthew Ward, come del resto tanti artisti quest’anno, non ha in realtà un disco così nuovo da promuovere, trattasi principalmente di una sorta di giro per recuperare il tempo perduto dal blocco imposto, “Migration Stories” uscì proprio nel 2020 per Merge, altro punto di riferimento discografico, e mi ricordo che questa data era già in programma allora.
Poco male, il disco in questione è molto bello, l’ennesimo mi viene da dire, un po’ come tutto il suo percorso, di fatto inattaccabile e di grande qualità , senza compromessi, a vincere è la musica che conta.
Capita oggettivamente di vederlo raramente in tour, almeno in Europa, non stiamo certo parlando di un progetto in profumo di hype o per le playlist di Spotify, bensì di colui che ha fatto della sincerità espressiva un dogma imprescindibile.
Serata autunnale con riminiscenze estive quella di questo lunedì, M. Ward sul palco piccolo del Magnoglia appunto, orario d’inizio intorno alle 21,15, tanti tasselli di un mosaico ricco, anche perchè una delle sue prerogative sono canzoni concise, quindi diversi episodi sul piatto.
Pop d’autore, folk, cantautorato, un modo tutto suo di suonare la chitarra acustica e tanta classe.
“Eyes of the prize” fa gli onori di casa dopo l’abituale intro di “Duet for guitar #3”, “Lullaby + Exile” è bellissima anche nella dimensione live, non manca “Poison cup” da uno dei suoi dischi più significativi, quel “Post War” pubblicato proprio da 4AD nel 2006, melodie da ascoltare e cantare.
Sul palco in solitaria fino almeno a metà concerto poi l’inattesa ospitata, solo per la data milanese, di Howe Gelb, altro gigante della scena underground degli ultimi trenta e passa anni, in particolare con i suoi Giant Sand, che insieme alla figlia Talula, che dal padre ha ereditato il talento e una voce bellissima, accompagna M.Ward per qualche canzone in questo piacevolissimo fuori programma.
Un’ora e venti di live intenso per un pubblico non numeroso ma attento e qui per ascoltare un grande artista.