di Franco Scaluzzi
La decisione degli Editors (o chi per loro) di esibirsi all’Unipol Arena mi aveva lasciato interdetto. Un gruppo in costante calo in un’arena così grande”…e infatti il traffico, praticamente inesistente, mi conferma che la scelta non era stata delle più felici: pur essendo le 20.30 troviamo posto molto avanti nel parterre, con la gente tutt’altro che pigiata. Spalti praticamente deserti se non per un paio di settori bassi più vicini al palco.
Alle 21.10, con una scenografica superbasic (il logo del nuovo album, un po’ di luci e schermi laterali spenti), attaccano con “Heart Attack”. Il pezzo ha un buon piglio e la risposta è buona. “Strawberry Lemonade” smonta subito la platea. Pezzaccio lungo e caciarone. “Bones” riporta il buonumore prima di un’altra doppietta dal nuovo album “EBM” (“Karma Climb” tutto sommato accettabile e “Picturesque” bah). Il grosso della tassa da pagare all’ultima uscita ce lo siamo messi alle spalle.
“In This Light And On This Evening” pare oro anche se risulta meno scura della versione originale. Bella “Sugar” e discreta “Magazine”, unica superstite del poco riuscito “Violence“. Dopo tre quarti d’ora finalmente un pezzo dal loro album d’esordio (“All Sparks”) ed è tutto un altro mondo. Non finiamo di entusiasmarci che arriva “Vibe” che ci prende per un orecchio e ci riporta ad un pessimo presente. Almeno dura poco.
“The Racing Rats” da brividi e poi “Frankenstein” perchè non dobbiamo divertirci troppo. “Nothing” viene eseguita acustica dal solo Tom al quale di certo non manca la voce e la presenza scenica. “All The Kings”, “Blood” e “Smokers Outside The Hospital Doors” è una tripletta da “cuoricino su Spotify”. Ma con un “Kiss” ci svegliano quasi subito e una “No Harm” bellama non emozionante come altre volte anticipa l’inutile “Strange Intimacy” prima del break.
La tripletta finale (“An End Has a Start”, “Munich”, “Papillon”) ci lascia un bel ricordo, come quando la cena è stata così così ma alla fine ci hanno portato quel dolce che tanto ci piace.
Giusto una piccola nota sull’audio…discreto, non eccezionale ma senza grossi problemi. Diciamo che il vuoto cosmico ha giusto favorito l’eco, ma tutto è stato abbastanza buono.
Photo Credit: Rahi Rezvani