Sembrano passati secoli dall’ultima volta che abbiamo sentito “eeeee azione”. In effetti è proprio così, ben 12 anni sono passati dalla terza ed ultima stagione di una delle serie tv italiane che più hanno rivoluzionato il nostro mercato televisivo. Si pensava che fosse finita lì, con l’ultimo ciack del grande Renè Ferretti (o Renato, TBD) e invece eccoci qua, di nuovo in un teatro di posa. Con il pesce Boris, il quarto.
Tutto è decisamente cambiato. Non solo l’idea di fiction in sè, ma anche il mezzo di trasmissione di essa. E proprio come i tempi cambiano, cambia anche l’ambientazione di una messinscena dentro la messinscena. Per fare questo, però, ci si è dovuti spostare per l’appunto su Disney+ ovvero la fabbrica degli orrori di Topolino che si è presa in carico la produzione e la pubblicazione di una delle serie tv più amate di sempre.
Il tutto ovviamente ha senso: senza troppi spoiler, anche i protagonisti di “Boris” si ritrovano nel 2022 a doversi spostare dalla televisione tradizionale a quella digitale, o streaming che si voglia dire. Da qui parte la fatidica produzione di una serie tv che non ha niente a che fare con “Occhi del Cuore”, “Medical Dimension”, “Caprera” o “La Bambina e il Capitano”. Tutto sembra finalmente scorrere liscio sui giusti binari, il problema rimane sempre con chi viaggi sopra questi binari. Nuovo format, nuova piattaforma, stessi attori, sceneggiatori, crew e via discorrendo che mettono i bastoni tra le ruote.
Ritroviamo quindi Stanis, Corinna (cagna maledetta), Arianna, Duccio, Biascica, Lorenzo, gli sceneggiatori (con un mitico Aprea di cui non vi sveleremo niente), Karin e il grande Mariano. Tutto sembra essere tornato ai tempi (non) d’oro della fiction italiana alla “Boris”, ma niente in verità è come sembra.
Con uno spirito attento ed ironico al punto giusto, focalizzato sulle tematiche correnti della nostra società , questa serie tv riesce con una semplice battuta a scardinarti la qualunque. Facciamo un esempio: è obbligatorio mantenere un codice di condotta sul set che si declina semplicemente con l’adottare il politically correct, le giuste desinenze per chi non si identifica in un genere, l’essere gentile con i propri sottoposti (Biascica, pregate per lui) e via dicendo. Ecco, in una serie normale tutto questo, se ironizzato come si fa qua, sarebbe stato uno scandalo proprio perchè i tempi richiedono un certo tipo di accortezza nella lingua o nelle proprie azioni. Il fatto è che Boris raggiunge le vette più alte dell’intrattenimento scardinando ogni tassello sociale per rifarlo a modo suo, mantenendo, però, il giusto rispetto.
L’essere una serie tv nella serie tv (in questa stagione si racconta della vita di un grande Gesù Cristo) in versione italiana è strano a vedere. Sapete tutte quelle volte che vengono aggiunti quei personaggi che in qualche modo sono troppo carichi nella recitazione, no? Ecco anche qui abbiamo dei casi eclatanti, non sempre presenti, ma comunque disturbanti. Sarà forse tutto pensato a dovere? Chi lo sa.
Sta di fatto che se all’inizio si poteva essere spaventati per una quarta stagione, in mano soprattutto al patron Disney, ora invece è tutto tornato alla (a)normalità poichè “Boris 4” non è altro che “Boris 4”, il prolungamento del terzo che a sua volta era del secondo il quale lo era del primo. Niente di più e niente di meno. Una certezza nel palinsesto del 2022. Tutto è rimasto come prima, le risate arrivano al primo minuto e non smettono per ore e così doveva essere fin dal principio e sino alla fine.
Le aspettative sono state confermate e sono state anche superate, vedasi la prima puntata con un grande omaggio ad una grande attrice e colonna portante della serie. Ora più che mai possiamo dire che “Boris” è la nostra certezza, se si guarda per la prima o milionesima volta. E nella speranza di poterli rivedere ancora, senza snaturare la loro vera essenza, non possiamo fare altro che dire “e dai dai dai”.