A un anno di distanza dal precedente “The Roadside”, Billy Idol torna sulle scene con un altro EP di quattro tracce intitolato “The Cage”. Difficile esprimere una valutazione approfondita su un mini album della durata inferiore ai quattordici minuti. C’è un po’ di dispiacere per la scelta dell’ex frontman dei Generation X di abbandonare il formato tradizionale del full-length a favore di quelli che, a tutti gli effetti, sono maxi singoli concepiti con l’unico scopo di fare da traino a tournèe mondiali. Personalmente avrei preferito avere tra le mani un disco fatto e finito, e non questo antipastino musicale che termina non appena ti sta facendo venire l’acquolina in bocca.
Il poco che si sente, infatti, è decisamente promettente; il vecchio Billy Idol sembra ancora in splendida forma e, come ben ci dimostrò una decina di anni fa con il bel comeback album “Devil’s Playground”, ormai dà il suo meglio quando si dedica anima e corpo all’hard rock più energico e immediato.
I quattro brani di “The Cage” raccolgono il meglio del Billy Idol ultima maniera. Un interprete esperto che, pur non avendo più nulla da provare a nessuno, ci stupisce con le sue doti crooneristiche nella drammatica cavalcata rock di “Running From The Ghost”, dai toni leggermente western, e ancora ci prende in contropiede con i ritmi seducenti e le atmosfere lussureggianti della disco in “Miss Nobody”, un brano più divertente che bello.
A soddisfare i palati degli estimatori del rock più ruspante e d’impatto troviamo due potenziali hit come “Rebel Like You”, che già dal titolo tenta di ricollegarsi agli irraggiungibili fasti di “Rebel Yell”, e la clamorosa “Cage”, un singolone monumentale con uno Steve Stevens al massimo della sua tamarraggine chitarristica. Se amate Billy Idol non perdetevi per alcuna ragione al mondo quest’ultima traccia, che da sola vale l’intero EP e un mezzo punto in più nella recensione.