Ritroviamo con piacere il terzetto norvegese degli Spielbergs che si gettano, senza alcuna remora, nella mischia di un furioso indie-rock con il travolgente secondo album “Vestli“. Quanto di buono ci avevano trasmesso con l’esordio “This Is Not the End” viene ora amplificato e potenziato, in un vortice chitarristico viscerale ed esplosivo. Una veloce chiacchierata con Mads Baklien, voce della band, era doverosa.
(L’intervista, nella sua forma originale, si trova su Rockerilla, numero 506, ottobre 2022)
Ciao Mads, come stai? Da dove ci scrivi? Parto con una domanda che non ha molto a che fare con la musica. Ma è stata un’estate molto calda anche in Norvegia? Qui in Italia abbiamo avuto temperature troppo, troppo alte!
Sì, abbiamo visto molto della situazione nel sud Europa dei telegiornali! No, abbiamo avuto alcuni periodi con un bel tempo estivo, ma le mie vacanze estive in luglio sono state piuttosto fresche, ventose e grigie. Io credo che, date le circostanze, con la siccità , gli incendi e tutto ciò con cui si sta lottando nel sud dell’Europa, beh, dovremmo considerarci fortunati qui al nord dove abitiamo noi.
La pandemia ha scombussolato i vostri piani o, alla fine, siete riusciti a gestire la situazione al meglio?
Abbiamo perso alcuni tour a causa del Covid, ma tutto sommato abbiamo fatto quello che avevamo programmato, ovvero scrivere e registrare l’album. Probabilmente abbiamo avuto più pace e tranquillità per farlo, se mi concedi i termini, di quante non ne avremmo avute in condizioni normali.
Gli anni passano, ma vedo con piacere che non avete perso nè l’energia nè quellala carica melodica che mi ha fatto innamorare di voi con “This Is Not The End”. Cosa notate di diverso, magari nel vostro approccio o nel songwriting, rispetto al debutto?
Abbiamo cercato di “non pensare troppo” nel processo di realizzazione di questo nuovo album. Mi spiego. Quell oche avevamo in testa era più che altro un pensiero diretto: “Facciamo le migliori canzoni possibili e tra queste, scegliamo le migliori, e queste comporranno l’album“. E così abbiamo fatto. Certo, è probabile che ci stiamo evolvendo come autori e come band, solo che non ci pensiamo. Facciamo solo quello che ci piace.
Ascoltando il disco ho pensato…se le canzoni sono così arrabbiate in studio non immagino come saranno dal vivo. Molte band dicono: “Vogliamo ricreare lo spirito delle nostre performance dal vivo anche in studio“. Anche voi avete questo pensiero?
Ti confesso che dal vivo siamo ancora più arrabbiati e rumorosi che su disco. Molte delle nostre preoccupazioni, quando andiamo in studio, nascono proprio da un pensiero che opposto a quello che hai espresso tu, ovvero che cerchiamo di frenarci un po’, in modo da poter controllare meglio le cose. Dal vivo, come puoi immaginare, è più facile lasciarsi andare e andare forte.
Tra i dischi più belli di questo 2022, c’è il disco dei …And You Will Know Us dei Trail of Dead. è un disco coraggioso che abbraccia il rock nella sua interezza, senza avere limiti o confini. Ascoltando una canzone magnifica come “Goodbye” o la conclusiva “You Can Be Yourself With Me” mi sembra che anche voi abbiate proprio voglia di sperimentare, di andare oltre i confini del post hardcore-emo-punk in cui spesso vi catalogano. Cosa ne pensi?
Su questo hai assolutamente ragione. Proviamo costantemente cose diverse quando scriviamo nuovo materiale. Abbiamo anche diverse canzoni che non sono state inserite in questo album e che potrebbero essere già più sperimentali. Dovevamo solo concordare e decidere una tracklist per l’album che fosse soddisfacente sia per la band sia per le nostre etichette. Ci siamo riusciti, ma per il futuro credo che sia essenziale, per noi, poter andare in qualsiasi direzione vogliamo. Altrimenti diventeremo solo un’altra noiosa band di merda che cerca di ricreare le cose più vecchie all’infinito.
Ma quel meraviglioso ritornello “The New Year’s Resolution” come vi è venuto in mente?
Ahahah. Vorrei poterti rispondere, ma non lo so. Diciamo che è arrivato e basta, ma non so se può andare bene come risposta.
Adoro “Get Lost”. Penso sempre che una canzone come quella valorizzi il vostro spirito “midwest emo”. Mi riporta dritta agli anni ’90!
Penso che tu abbia ragione Riccardo! Hai detto tutto tu, non ho nulla da aggiungere. Mi fa proprio piacere che tu sia capace di trovare questi spunti in ciò che facciamo. Noi mettiamo delle cose ed è bello quando vengono colte.
Quando ho letto la tracklist, mi sono commosso. Chiamare una canzone George McFly vuol dire che voi, come me, amate Back to The Future! Ma non avete paura che Huey Lewis prenda il megafono e vi dica: “Mi dispiace ragazzi, siete troppo rumorosi“?
Ahahah, beh, questa lasciala pure come com’è senza tradurla: “Huey Lewis can suck it“.
Grazie ancora per la tua disponibilità Mads, è sempre bello fare due chiacchiere con te. L’album è stato pubblicato da pochissimo: quali sono i vostri progetti per i prossimi mesi? Forse vi vedremo in Italia….
Grazie Riccardo, il piacere è mio! Ci piacerebbe molto suonare di nuovo in Italia! Per ora non abbiamo date da voi. Voi date un’occhiata alle nostre pagine social per vedere se ci trovate in Germania o nel Regno Unito e beh, fateci un fischio! Vi inseriremo con piacere nella guest list!