Un grande ni.
Esteticamente è fantastica, i personaggi della famiglia Addams sono stati riscritti e reinterpretati tutti molto bene, a partire proprio dalla protagonista Wednesday di Jenna Ortega fino all’esilarante Zio Fester di Fred Armisen, e poi ci sono tanti momenti iconici che sarà difficile dimenticare. Mi viene in mente ovviamente la danza convulsa sulle note dei Cramps al ballo della scuola, ma anche Wednesday che reinterpeta al contrabbasso “Paint It Black” degli Stones e Danny Elfman che gli va dietro con tutta l’orchestra fatta svolazzare al solito come uno stormo di pipistrelli.
I primi quattro episodi sono stati diretti dal patron dell’operazione Burton e si vede, eccome se si vede.
I problemi cominciano quando la serie, episodio dopo episodio, inizia a svelare la sua natura di moderno reboot streaming per adolescenti, quando sviluppa pavidamente il suo mondo autonomo. Ecco a tal proposito, una premessa. Ho sentito molti difendere a spada tratta la serie da chi l’ha tacciata di essere un prodotto per adolescenti, e ci mancherebbe pure, dove sarebbe il problema. Forse la critica non era esattamente quella.
Il problema è che io, che le serie per adolescenti le mastico anche se navigo fieramente verso i 40 e molte mi piacciono pure, non posso che notare una tendenza a integrare canoni in voga, tipo la scuola modello Hogwarths, senza però riuscire a reintepretarli con il giusto appeal e la dovuta profondità .
E poi non ci sta un personaggio originale che sia memorabile, forse soltanto la direttrice della scuola della bravissima Gwendoline Christie.