Fine delle trasmissioni per ITsART, la piattaforma di streaming istituita nel 2021 dall’ex Ministero della Cultura Dario Franceschini.
Sarebbe dovuta essere, secondo l’ex ministro, la “Netflix della Cultura Italiana” e sembrava potessere sfamare quella fame di cultura che sicuramente era emersa nella prima fase della pandemia, quando le restrizioni anti-Covid avevano bloccato le forme di spettacolo “in presenza”. Il servizio non ha mai avuto vita facile e i numeri e le cifre sono stati impietosi: la piattaforma aveva chiuso il primo bilancio nel giugno scorso con oltre 7 milioni di euro di perdite, con miseri ricavi per 246 mila euro fruttati da 141mila utenti registrati. Bisogna considerare infatti che solo nel 2021 erano stati spesi 7,5 milioni per mantenere la piattaforma: l’investimento iniziale era stato di 10 milioni di euro da parte dello Stato, e di 9 milioni da parte di Chili. Biglietti per eventi in video e proposte a prezzi non pienamente “economici” o concorrenziali, presenza di contenuti anche su altre piattaforme, questi sono, a quanto pare, gli elementi importanti che non hanno fatto decollare il progetto.
“Ci sarà chi vorrà seguire la prima della Scala in teatro e chi preferirà farlo, pagando, restando a casa” diceva Franceschini nell’aprile di due anni fa quando si ipotizzava il futuro del progetto anche in caso di allentamento delle restrizioni Covid: dopo meno di due anni dalla sua nascita, invece, ITsArt chiude.