Un po’ di sano e buon vecchio shoegaze, ecco la gustosa ricetta dei Trillion di Sydney. I ragazzi australiani ci prendono e ciportano di peso negli anni ’90, con quetse chitarre distorte e soniche che ci rimepiono le orcchie e le melodie che escono vaporose e affascinanti da questo marasma di feedback. Una ricetta che noi fan del genere conosciamo bene, eppure che non smette di incantarci.
Ci sono i momenti in cui tutto sembra vorticare rumoroso intorno a noi e altri in cui un paesaggio popedelico si fa strada, avvolgendoci con braccia forti e ipnotiche (“su tutte “Close Your Eyes”, davero suggestiva e incantevole). Molto bello il lavoro sulle voci (“Take It Slow” ad esempio).
Il disco dei Trillion è sì “vecchia scuola”, certo, ma vi assicuriamo che saprà conquistare anche i giovincelli e non solo noi ascoltatori navigati.
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