Suoni leggeri e rarefatti, melodie che si dilatano fino a farsi liquide e le voci di Helen Marnie e Mira Aroyo che si intrecciano armoniosamente in un contesto sintetico ma vivace.
È un album ricco di colori questo “Time’s Arrow”, settima fatica in studio per gli ormai veterani del synth-pop Ladytron.
Dopo essere tornata di tendenza grazie al successo dello storico singolone “Seventeen” nei video di TikTok, la band britannica rompe un silenzio durato quattro anni con un lavoro che, sotto diversi aspetti, sembra voler tagliare i ponti con il passato.
Il tradizionale pop elettronico proposto dal gruppo, pur mantenendo le sue peculiarità, si fa meno solido e più atmosferico, con una predilezione per i toni sognanti ed eterei che fanno da filo conduttore all’intero “Time’s Arrow”. I brani, che continuano ad avere un caratteristico gusto a metà strada tra il dolce e il malinconico, si sviluppano seguendo direzioni lontane anni luce dai dancefloor.
Non ci sono i ritmi essenziali e spigolosi di una “Playgirl”, né l’immediatezza e l’energia simil-rock di una “Destroy Everything You Touch”. I Ladytron maturi targati 2023 preferiscono la placidità di un dream pop solo ed esclusivamente sintetico che si fa incredibilmente gelido in due precisi contesti: quando si insinuano venti industrial (“Flight From Angkor”, “Faces”) o si cede all’ormai straripante moda synthwave – con cognizione di causa comunque, visto che “The Night” e “The Dreamers” sono ottime canzoni.
Le luci scintillanti che circondano la “City Of Angels” posta in apertura si fanno caleidoscopiche nella psichedelia rarefatta di “We Never Went Away” e si smorzano nella tristezza profonda (ma non stucchevole) che rende incredibilmente emozionanti “Misery Remember Me”, “Sargasso Sea” e “California”, un pezzo che ricorda da vicino gli M83 di “Saturdays=Youth”. Un album pieno di idee e voglia di sorprendere senza snaturarsi troppo: i Ladytron hanno ancora molto da dire e “Time’s Arrow” rappresenta una preziosa aggiunta a un discorso musicale iniziato più di vent’anni fa.