There’s one thing I tell you friend
I don’t believe in supermen
Who fly thru the clouds above the rest
I don’t believe in the best

Senza dubbio il miglior album dell’anno. Così Michael Stipe ha definito “Fuzzy”, l’esordio dei Grant Lee Buffalo uscito il 23 febbraio del 1993. Il basso di Paul Kimble, la batteria di Joey Peters, il falsetto dolce e la chitarra graffiante di Grant-Lee Phillips, californiano atipico con sangue nativo americano nelle vene, hanno rappresentato per molti l’anima alternativa dei nineties così lontana dalla rabbia di Seattle ma altrettanto potente e viscerale. “Fuzzy” è stato registrato in appena due settimane tra Los Angeles e i Brillant Studios di San Francisco, in un ex fonderia riadattata che ha contribuito molto alla sensazione di urgenza che pervade undici canzoni che tanti ex ragazzini ancora riescono a citare verso dopo verso con naturalezza, senza fatica.

I Grant L troppo tempo una band tradizionale e tradizionalista, ma il loro mix di ballate agrodolci e cavalcate elettriche (la titletrack e l’omaggio a Bowie “Jupiter And Teardrop” due delle migliori del periodo) a base di riff intelligentemente distorti era brillante e coinvolgente. Neil Young è sempre stato il nume tutelare di Phillips e soci, non l’hanno mai nascosto. E come Zio Neil sono stati capaci di raccontare l’America che di solito resta ai margini, evocata con forza in “Dixie Drug Store”, quella di cui spesso ci si ricorda quando ormai è troppo tardi. Stati Uniti criticati con veemenza in “America Snoring”, che in realtà  uniti non sono e rischiano di svegliarsi tra stelle strisce e svastiche in una “Stars N Stripes” sempre incredibilmente attuale. Colonna sonora perfetta per la famosa frase di un pragmatico senatore democratico chiamato Huey P. Long: “Se il fascismo arriverà  mai negli Stati Uniti, lo farà avvolto in una bandiera americana.

Proprio Phillips qualche anno fa, parlando di “Fuzzy” in una delle interviste che concede con disponibilità  d’altri tempi, ha rivelato che ad affascinarlo dell’America di quel periodo era la sensazione di decadenza perenne, a confortarlo invece la certezza che dopo ogni fine c’è sempre un nuovo inizio. Tornando al festeggiato del giorno: “Fuzzy” è un disco onesto, fatto di estremi, molto più ruvido e diretto di “Mighty Joe Moon” l’altro capolavoro dei GLB. Riascoltarlo è come incontrare un vecchio amico, anche stando in silenzio si sa sempre cosa dire.

Data di pubblicazione: 23 febbraio 1993
Registrato: Machine Elf (North Hollywood) e Brilliant Studios (San Francisco)
Tracce: 11
Lunghezza: 48:31
Etichetta: Slash
Produttori: Paul Kimble

Tracklist
1. The Shining Hour
2. Jupiter And Teardrop
3. Fuzzy
4. Wish You Well
5. The Hook
6. Soft Wolf Thread
7. Stars N Stripes
8. Dixie Drug Store
9. America Snoring
10. Grace
11. You Just Have To Be Crazy