Samantha Stephenson e Scott Helland sono il duo che compongono i Frenchy And The Punk, la prima è una percussionista e paroliera di origini francesi (Frenchy?) e Scott Helland (Punk?), che non è sicuramente un musicista di primo pelo, è uno che ha lavorato in passato con artisti del calibro di J Mascis e Lou Barlow.
Il loro percorso passa attraverso un sound che affonda nel post punk farcito di una colorata attitudine al cabaret, un modo di proporsi che trova in The Dresden Dolls (in effetti con Brian Viglione hanno avuto a che fare) una delle espressioni più famose e convincenti.
Con “Zen Ghost” arrivano al tredicesimo lavoro e riescono ancora a infilare una serie di brani interessanti e divertenti, dove la piacevole chitarra di Scott Helland riesce a non essere mai scontata nonostante i chiari riferimenti a una new wave alternativa degli anni 80.
Venature dark, ma poi non troppo, che a volte ricordano Siouxsie and the Banshees anche per il contributo della bella voce di Samantha Stephenson un po’, appunto, Siouxsie Sioux, un po’ Patti Smith, che permettono alla band di iniziare un percorso tutto sommato nuovo.
L’album si ascolta con piacere e ha una certa uniformità nella qualità che presenta grazie a diversi brani che catturato l’ attenzione, che spesso hanno il giusto contributo di una chitarra sempre brillante e un arrangiamento semplice ma che mantiene una decisa dimensione da indie band.
Tra i brani da segnalare sicuramente sono da inserire “Mon Souvenir” in stile new wave danzereccia, decisamente un inizio che invoglia all’ascolto, “If The World Doesn’t End First “ ottimo singolo e miglior canzone per distacco con una bella chitarra e Samantha Stephenson che ci ricama sopra una melodia riuscitissima, e la dolce chiusura del lavoro con ” I’ll See You Again” vestita da chitarra acustica e voce.
I Frenchy And The Punk non inventano niente di nuovo (c’è ancora qualcuno in giro che ha il coraggio di farlo?) ma riescono comunque a realizzare un album onesto e piacevole, non è poco.