Credit: Bruce from Sydney, Australia, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons

A luglio dello scorso anno, via BMG, i Dune Rats hanno realizzato il loro quarto album, “Real Rare Whale” e ora finalmente sono tornati in Europa a presentarlo: la band garage-punk di Brisbane inizia il suo tour del vecchio continente proprio in Italia e, dopo aver suonato a Milano e a Ravenna nei giorni scorsi, stasera si trova in quel di San Martino Buon Albergo, piccolo paese a pochi chilometri a est di Verona.

Il Factory si trova all’interno di un’area industriale e ha un’ampia sala perfetta per i live-show: dopo il concerto dei veronesi Frog e il successivo dei punk-rockers australiani Beddy Rays, quando l’orologio ha da poco superato le undici e cinquanta è il turno degli attesissimi Dune Rats per la gioia dei numerosi presenti stasera.

E allora che si dia inizio alla festa! Il frontman Danny Beus e soci sembrano nel perfetto mood e, nel corso di tutto il concerto, continueranno a dire che l’Italia è il loro paese preferito in Europa, elogiando più volte il nostro cibo e i nostri liquori.

E’ “LTD”, opening-track anche del loro LP più recente, ad aprire la serata e a trasportarci all’interno del folle mondo del gruppo australiano: punk dalle melodie irresistibili e dalla velocità incredibile. Impossibile resistere alla potenza di quei riff e, infatti, il pogo ha immediatamente inizio tra la folla, composta soprattutto da persone molto giovani e, una volta arrivati al coro, l’esplosione diventa praticamente inarrestabile.

Il rapporto con il pubblico veronese è talmente vero e genuino che poco dopo, durante la vecchia “Superman”, estratta dal loro omonimo debutto full-length (2014), il bassista Brett Jansch scende dal palco e si mette a suonare in mezzo alla gente che non esita a ballare intorno a lui, incitata da Beus.

In “Scott Green” i vocals di Danny sembrano più tranquilli e riflessivi, ma l’esplosività della strumentazione, con una chitarra fuzzy dall’altissima velocità, e le grida del coro regalano al pubblico veneto un’altra occasione per fare crowdsurfing.

“Melted Into Two” sembra riportarci per qualche momento negli anni ’90 dove trovavamo band come Green Day o Blink 182 che ci facevano divertire con il loro punk: inarrestabile e ricca di favolose melodie, questa canzone riesce a farci vivere un attimo di spensierata nostalgia giovanile.

E ovviamente il punk-pop di “Pamela Aniston”, un omaggio a Pamela Anderson e a Jennifer Aniston, è un altro dei momenti più divertenti della serata in cui diventa impossibile rimanere fermi.

Ecco poi “UP”, in cui i Dune Rats si spostano su territori meramente pop e il suo ritornello, seppur magari scontato, è così piacevole che trascina tutti i presenti a ballare.

“Dalai Lama, Big Banana, Marijuana” è un altro pezzo punk divertentissimo con la sua chitarra fuzzy e i suoi cori imponenti e riesce a esaltare il pubblico veronese, mentre la cover di “Am I Ever Gonna See Your Face Again?” degli Angels vede i Beddy Rays ritornare sul palco insieme a Beus e compagni per un altro attimo di gradita nostalgia.

Un lungo viaggio verso Praga, dove suoneranno domani sera, aspetta ora i Dune Rats, ma in questa ora abbondante gli australiani, usando tutte le “armi” punk in loro possesso, hanno fatto passare al numeroso e caloroso pubblico veneto una serata davvero piacevole all’insegna del divertimento, delle ottime melodie e della spensieratezza.