Se c’è una cosa di cui oramai siamo certi è che la casa di produzione A24 sforna prodotti di una bellezza incredibile, sia al cinema che in tv. Uno di questi? “Beef”, in Italia come “Lo Scontro” che racconta una delle storie più attuali degli ultimi anni.

In italiano già un po’ si capisce, soprattutto se si guarda contestualmente alla locandina della serie. In verità, però, nella sua versione originale il significato è ancora più impattante. Ora vi spiego bene perché.

“Beef” è ovviamente il manzo. In questo contesto però generale consideriamolo come semplice carne. E soprattutto cerchiamo di capire la metafora dietro: la voglia di carne causata da un litigio che si protrae nel tempo e che quindi porta ad aver fame di vendetta. Sostanzialmente vi ho appena detto di che si parla.

Danny Cho (Steven Yeun) è un ragazzo coreano trapiantato negli Stati Uniti e nel pieno dei trent’anni si ritrova ad essere un fallito. Il suo lavoro non produce reddito, suo fratello non segue le sue regole, la vita amorosa è ancora di più un fallimento. Tutto il suo rancore esplode quando, davanti ad un negozio di articoli per la casa, mentre stava facendo retromarcia, inchioda con il suo truck perché un suv bianco gli ha bloccato la manovra suonandogli poi il clacson per un minuto buono. Alla guida? Un’attrice dal talento enorme, Ali Wong nel suo personaggio di Amy Lau.

Amy, dal lato suo, è una ragazza di successo: ha un negozio di piante alla moda, una bellissima casa, un giro di conoscenze importanti per ampliare il suo business, un marito semi-artista (anzi figlio di un artista giapponese molto famoso) che si chiama George con cui ha avuto una figlia. Eppure, anche con tutto questo successo sia professionale che personale, questa donna è costantemente in un limbo depressivo, quasi autodistruttivo, che la porta a compiere determinate azioni: iniziare litigi, e portarli avanti per un bel po’, serbare rancore all’infinito, nascondere i propri sentimenti accumulando stress che si trasforma in rabbia, masturbarsi con una pistola carica con cui gioca alla roulette russa.

Insomma, due bei personaggi tranquilli. Da quel clacson suonato come se avesse premuto il grilletto per sparare, i due danno il via ad un vero e proprio inseguimento che farà notizia (ovviamente) e che darà il via ad una serie di eventi totalmente allucinanti e sorprendenti fino al grande epilogo finale.

Ovviamente non posso andare oltre alla semplice trama iniziale, non vorrei spoilerarvi una serie così bella. E poi sarei uno stronzo. Quello che però posso fare, invece, è ancora di più convincervi non solo della validità del prodotto ma anche di chi lo ha portato nei nostri schermi. Netflix è sicuramente aggregatore di ottime serie tv e film (quando s’impegna bene), ma quando s’incontra, come in questo caso, con A24 allora si deve gioire il capolavoro. La fredda, cinica e veritiera rappresentazione delle tematiche in “Beef” sono sostanzialmente il manifesto della casa di produzione: anche con altri titoli come “Everything Everywhere All At Once” o “The Whale” (che abbiamo appena visto agli Oscar trionfare) si è notato come racconti forti, d’impatto e molto attuali possano essere anche inseriti in setting forse un po’ più paradossali.

Anche ne “Lo Scontro” tutto ciò accade con una maestria registica, una tecnica, una fotografia veramente da premi Emmy e Golden Globes subito. Questa serie tv non solo vi farà impazzire proprio per l’aspetto tecnico, ma vi farà uscire di testa ancora di più grazie alla sua trama, ai suoi temi così ben sviluppati e ai due personaggi che raccontano le nostre incazzature di ogni giorno (anche una semplice litigata tra autisti).