Le distorsioni diaboliche della band inglese si abbattono, con dirompente energia e violenza sonica, sui nostri miseri nascondigli metropolitani, narrandoci i loro sogni elettrici, i loro drammatici incubi, le loro storie tempestose, la martellante gloria celata in un’epoca passata, rispetto alla quale il nostro maligno e claustrofobico presente annichilisce sotto i colpi possenti della batteria, la profondità minacciosa dei bassi e le furenti divagazioni delle chitarre.
I maiali super-sonici rompono la fasulla sicurezza sulla quale si basano le nostre minuscole e periferiche esistenze, riducono l’omologante e virtuale benessere propagandato dai governi occidentali in una massa informe di veleni e sostanze tossiche che maciulla ogni mente, ogni corpo, ogni cuore con cui essa entra in contatto, trasformando le persone in ombre costrette a vivere nel gelo delle loro città dimenticate da Dio, incapaci di alzare il proprio sguardo verso il sole, in modo da percepirne il calore e la luce ed intrappolate in un loop di routine, di obblighi, di impegni, di divieti che, a ben guardare, non hanno alcun senso, se non quello di sovraccaricare le fragili anime umane di ansie, paure, pene, complessi, orrori che hanno l’obiettivo di impedire loro qualsiasi pensiero, qualsiasi percezione, qualsiasi stimolo, qualsiasi desiderio che non sia stato già programmato e stabilito esternamente.
I riff doom metal scandiscono i contorni di un mondo-prigione nel quale le persone vivono in case-trincea, combattendo nemici finti e mostri immaginari, mentre i veri nemici e i veri mostri continuano a somministrarci, attraverso le seducenti mani di “Mr Medicine”, un appagante, dolciastro, venefico e narcotizzante elisir stoner-rock che annullerà ogni dubbio, ogni domanda, ogni giudizio critico nei confronti della realtà politica, sociale ed economica nella quale viviamo. A ciascuno la sua piccola isola di odio, rancore e maniacali fobie nella quale sentirsi protetto e dalla quale sparare le proprie invettive, le proprie condanne, i propri assiomi, le proprie verità, i propri droni, i propri missili contro chiunque non rientri, alla perfezione, negli schemi estetici, etici, giuridici e politicamente corretti, ai quali abbiamo affidato il nostro futuro.
Ma siamo davvero sicuri di averlo fatto? O era un incubo suino? Una trappola psichedelica? Una guerra per procura? Una eclissi sabbathiana? Un altro dispotico martello?