“Hot Motion”, il terzo LP dei Temples, era uscito a fine settembre 2019, ma ora la band di Kettering è ritornata con questa sua nuova prova sulla lunga distanza (addirittura un doppio album) pubblicata da ATO Records: per questo lavoro, composto da ben sedici canzoni per quasi un’ora di musica, il gruppo inglese si è affidato a mani davvero esperte e capaci, collaborando con Sean Lennon per la produzione e con Dave Fridmann (Flaming Lips, Interpol, Spoon, Low) per il mixing.
Il cantante James Bagshaw spiega:
Questo disco è essenzialmente qualcosa che abbiamo fatto per noi stessi, per trovare gioia nel momento in cui lo stavamo facendo. Ci sono canzoni da ballare, canzoni con cui riflettere e attraverso questo abbiamo finito per approfondire ogni aspetto del nostro vocabolario musicale.
Andiamo a esplorare questo loro variegato mondo sonoro e scopriamo che “Gamma Rays”, giusto per fare un esempio, non ha solo influenze psych-rock, ma anche kraut e dance con un maggiore uso dell’elettronica e una visione più pop rispetto al passato, segno anche della loro voglia di divertimento.
“Cicada”, invece, mentre mantiene alcuni elementi elettronici, riesce a sprigionare una notevole energia e allo stesso tempo va a recuperare influenze in una psichedelia dai toni orientaleggianti, che la rendono davvero gustosa e sperimentale.
“Slow Days” è pura delizia con chitarre jangly che producono splendide melodie dai leggeri tocchi psichedelici e ci regala momenti solari e vocals morbidi e allo stesso tempo nostalgici.
“Fading Actor” ha ottime armonie e sensazioni pop in cui non mancano, però, una vena psych e anche qualche sorprendente tocco cinematografico che la rende ancora più gustosa, mentre la title-track “Exotico”, oltre a qualcosa di esotico, mostra anche un sorprendente tocco western in particolare nelle sue chitarre.
Se in “Crystal Hall” i Temples mettono in luce la loro faccia più heavy con ritmi incalzanti e tonalità che sembrano provenire dall’hard-rock, in “Giallo”, invece, preferiscono fare ancora una volta un viaggio nell’elettronica andando a sfociare verso calmi territori synth-pop che strizzano l’occhio agli anni ’80.
Si sono sicuramente divertiti i quattro inglesi a costruire questo loro nuovo lavoro, ma siamo sicuri che anche chi ascolterà questo disco troverà riscontri positivi: sebbene nostalgico e innegabilmente pieno di influenze provenienti dal passato, “Exotico” è un album godibile e un viaggio sonoro decisamente interessante.