A febbraio 2021 Lael Neale aveva pubblicato il suo secondo LP, “Acquainted With Night“, ma ora è ritornata con il suo successore, realizzato ancora dalla prestigiosa Sub Pop Records di Seattle.
Nell’aprile del 2020, a causa della pandemia, la statunitense aveva abbandonato Los Angeles per tornare dalla sua famiglia nella Virginia rurale e ciò le ha permesso di scrivere e registrare per due anni: il nuovo album, prodotto dal suo frequente collaboratore Guy Blakeslee, vuole essere un veicolo per ritornare non solo alla civiltà, ma anche alla celebrazione.
“I Am The River” apre il disco con un tocco pop dai toni vivaci e dai ritmi insistiti di un drum-machine accompagnata dall’amato Omnichord di Lael, che propone un coro davvero accattivante, prima che entri a far parte del gioco anche la chitarra: la sensazione è tra il dreamy e l’elettrizzante, mentre le melodie sono davvero deliziose.
Impossibile poi non citare la lunghissima “In Verona” (oltre otto minuti), che ovviamente rimanda a memorie shakespeariane: qui la musicista di stanza a Los Angeles fa abbondante uso di synth e piano, oltre che della sei corde, per creare un mondo decisamente incantevole. Diventa impossibile non rimanere incantati dal suo suono angelico.
La delicatezza di “No Holds Barred”, scritta invece solo con le chitarre, è qualcosa di incredibile e ci riporta verso terreni sonori più vicini al folk con le sue ottime e gentili melodie e quei vocals pieni di riverbero.
L’emozionante “Lead Me Blind” chiude questi trentacinque minuti con il piano ad accompagnare l’incantevole voce della Neale e sembra volerci trasportare all’interno di una chiesa.
Recuperando influenze dal passato, questo disco pieno di nostalgia e dai gusti variegati riesce a farci sognare e volare verso luoghi lontani e magici, mentre gioca su territori tra il pop e il folk: il risultato è squisito e vi consigliamo di provarlo.