Il campo da tennis in copertina è lo scenario scelto da Beatrice Pucci per ambientare “Indietro” un album tra melodie folk e attitudini pop che arriva a un anno di distanza dall’EP “Le Colline Dell’Argento”. La nostalgia è l’altro sentimento cardine di questi dodici brani che fanno i conti con il tempo che passa, un tempo personale, non lineare e non scandito da cronometri e orologi.
Folk e pop dicevamo, due mondi ben rappresentati dalla chitarra acustica di “Rose” e “Incendio” e dal falsetto di “Stanza Verde” e “Libertà”, mentre “America” e “Oro” mettono in mostra fragilità e voglia di riscatto. La solitudine di “Compagnia” viene evocata in un testo ben scritto, “Festa” torna al folk, “Nove di Mattina” punta tutto sui riverberi creati dalle tastiere.
“Prendere e Andare” ha l’intensità dei primi incontri fugaci, che spesso sono anche gli ultimi. Non vuole crescere Beatrice Pucci ma sa che è inevitabile, “Indietro” sembra essere un modo per guardare alle spalle con qualche rimpianto ma soprattutto la celebrazione del desiderio di andare avanti, in dodici atti unici che trovano un loro spazio tra ricordi e sincerità.
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