Secondo album per Andrea Poggio che si affida nuovamente a un’etichetta affermata come La Tempesta e regala altri dieci brani in bilico tra moderno cantautorato e ritmi più animati con l’aiuto di Any Other, Luca Galizia (Generic Animal), Caterina Sforza (Nicaragua) Enrico Gabrielli (Calibro 35) Francesco Bianconi, Lorenzo Pisoni (Tropea) e membri degli Esecutori di Metallo su Carta (Gabrielli, Sebastiano De Gennaro e Damiano Afrifa) giusto per citare alcuni dei tanti collaboratori.
Prodotto da Federico Altamura e Ali Chant (PJ Harvey, Perfume Genius, Yard Act) e registrato tra Milano e Bristol, “Il Futuro” si muove agilmente tra minimalismo e divertimento, ironie quotidiane e piccoli attimi di romanticismo, tastiere, sintetizzatori, chitarre e percussioni a creare atmosfere avvolgenti punteggiate dai testi sempre acuti e brillanti di un musicista che ha ormai metabolizzato la fine dei Green Like July.
Il singolo “Parole a mezz’aria” stupisce col suo andamento uptempo tra indie pop e rock, diverso nel tono ma non poi così tanto dalla title track, che ha più in comune con il dinamismo di “Frasi a Metà” mentre “Ombre e luci” e “Chilometri d’asfalto” lasciano ampio spazio ai ricordi riletti con la raffinatezza dell’occhio adulto.
Un po’ Garbo, un po’ Baustelle, Andrea Poggio continua il percorso iniziato con “Controluce” nel 2017 in chiave meno immediata, con grande attenzione agli arrangiamenti e all’uso delle parole particolarmente ben curate in brani come “Argentina”, “Autunni Intermittenti” e “Il Nuovo Mondo”. Colto e melodico “Il Futuro” ha un lato inaspettatamente accessibile in “Amori Perduti” e “Fuori Città” senza mai perdere l’aplomb.