Amante e ricercatore nel campo dei profumi (vedi l’album “Neroli” tanto per gradire), l’annusatore di opportunità più conosciuto della storia recente del rock, Brian Eno, colpisce ancora. Dalla fine degli anni’70, dall’acclamata etichetta Obscure, al Bowie made in Berlin, Devo & Talking Heads nella prima onda new wave fino al rock da stadiodi U2 e Coldplay, il fine scienziato sonoro torna a scommettere su nuovi artisti e altrettante modalità di suono futuribile. Venerdì 5 maggio sull’etichetta di Four Tet Text Records è uscito “Secret Life”, il primo lavoro a doppia firma tra Brian Eno e Fred Again..
L’annuncio dell’album con pochissimi giorni di preavviso è arrivato dal profilo di Four Tet, dato che “Secret Life” è uscito sulla sua etichetta Text Records. Senza contare che il producer londinese si è anche sbilanciato definendo il disco di Fred Again.. & Brian Eno come “il migliore in uscita in tutto il 2023“. Anche se la notizia potrebbe suonare sorprendente, non è la prima volta che Fred Again.. si trova a collaborare fianco a fianco con Brian Eno. Ma chi sarebbe questo carneade? In realtà tanto sconosciuto (all’anagrafe Frederick Gibson, discendente da una famiglia aristocratica) non è, dopo anni di produzione pop e rap di grande successo comprendente anche Ed Sheeran, considerando il suo set di chiusura al Coachella in sostituzione di un calibro come Frank Ocean e che di recente ha riempito il Madison Square Garden di New York. Suoi sono tre lavori solisti molto apprezzati/odiati dalla critica a titolo “Actual Life 1-2-3” pubblicati tra il 2020 e il 2022. Di lui Brian ha detto di essere rimasto colpito per come riusciva ad amalgamare loop “non lineari” a canzoni.
Ho iniziato ad ascoltare la musica in modo differente da quando ho visto come Fred la produceva. Quando ho lavorato per la prima volta con Fred ho notato subito che fosse brillante, mi ci è voluto un po’ ma alla fine ho capito che faceva musica in un modo del tutto innovativo. Ho imparato moltissimo da lui.
Complimentoni assoluti!!! Pubblicare un album di canzoni ambient realizzate con Brian Eno risulta il next step più logico e con aspettiva di tutto riguardo. Fin qui tutto fantastico, ma…. questa “vita segreta”? Inoltre, sarà soddisfatta la base di fan di Gibson che adorano i suoi brani garage e l’abile programmazione di batteria dal vivo ?
Frederick registra spesso sul suo telefono parti cantate in luoghi piuttosto rumorosi e non pulisce tutto. Il suono ha una storia incorporata, che Eno interpreta in una malinconia elegiaca e funziona a tratti come in “Follow”, in cui chiacchiere campionate molto distanti evocano ricordi sbiaditi. Eno usa questi detriti vocali in contesti diversi, “Secret” ha una chitarra vibrante, insieme a un fruscio cartaceo: sebbene il debito con Burial a volte sia imbarazzante (come lo è in tutto questo album), questo brano si trasforma in un commosso blues. Ci sono alcuni momenti semplicemente adorabili. “Chest” ha una melodia che ricorda la sequenza di accordi di una power ballad degli anni ’80, “Cmon” si muove con la bellezza di un mormorio, molto Fred…-ishly
La sua natura contemplativa è l’unico risultato ambientale del progetto. L’album è prodotto magistralmente, Brian Eno non sbaglia quando si tratta di missaggio e mastering, ma anche se nitido e puntuale, questo non salva il disco dall’essere quasi prevedibile nel suo complesso. Con l’eccezione di Fred che canta in modo monotono e cupo in alcune tracce, suona come qualsiasi altro album che Eno ha pubblicato negli ultimi anni. Bravi, ma nulla di nuovo. È un’occasione persa e dolorosamente deludente perché se il maestro e l’allievo si fossero appoggiati maggiormente ai punti di forza del più giovane, l’abbinamento sarebbe stato più eccitante.
Non dico un “house album” ma…poteva essere migliore. Avrebbe dovuto essere migliore. O forse, ancora una volta, il maestro ha colto in tempo il profumo di una nuova “onda” segreta?