Emiliano Angelelli è la perfetta anomalia del mondo musicale italiano, una sorta di scheggia impazzita capace di qualunque cosa. Due dischi a nome Elio Petri prima di dedicarsi al progetto Hugomorales che dal 2013 in poi ha regalato un paio di album e un EP sempre in bilico tra indie pop, alt rock, alt pop, momenti visionari e molta libertà creativa, che non manca nemmeno nei dieci brani di questo nuovo album.
“Giraffe Spaziali” e due pezzi ispirati ad altrettante favole di Gianni Rodari – “Mucca Arcobaleno” e “Palazzo Di Gelato” – solita maniacale attenzione a testi mai scontati tra sintetizzatori, chitarre, momenti di pacata e ironica riflessione come ne “Il Mistero Dell’Uomo Contento” uno dei brani più intensi tra quelli proposti.
“New York” è rock primitivo e quotidiano, “Carota” un trip psichedelico e orientaleggiante, “Banana Split” potrebbe rappresentare la summa dell’habitat musicale di Hugomorales, il suo mix di Flaming Lips, Beatles, Yellow Magic Orchestra, cartoni animati e ironia. Solo divertimento quindi? No, non del tutto se poi spunta una ballata elettro acustica come “Intelligenza Artificiale” ben arrangiata e arguta, sarcastica senza essere brutale, con una melodia e un ritornello pungenti.
“Far West” è quello che il titolo promette, un on the road ritmato e d’atmosfera tex mex che apre la strada alla dolcezza di “Photoshop” che unisce digitale e analogico per un saluto malinconico e senza filtri. Emiliano Angelelli cesella dieci brani che ricordano il mood de “Il Bello e Il Cattivo Tempo” con un pizzico del più recente “Oceano” in un sound in continua evoluzione.