Ci sono dei dischi che ci finiscono in mano quasi per caso ma che poi si meritano ascolti e attenzione come se li aspettassimo da una vita. La premiata ditta Elle ed Esse mette in piedi il progetto Little Boys, un power duo nato nel 2020, che porta avanti un ruvidissimo garage-blues-rock, minimale e tagliente. Partendo dal video di “Esagera” che abbiamo ospitato nella nostra rubrica Brand New, ci siamo andati a riprendere l’esordio dei ragazzi e beh…che esordio! Da cosa nosce e cosa e così eccoci qui a scambiare due chiacchiere con loro, per accendere al meglio i nostri riflettori su una band assolutamente da non perdere.
Ciao ragazzi, come state? Da dove ci scrivete?
Ciao, oggi scriviamo da Milano, noi stiamo bene, ti ringraziamo per questa intervista.
Partirei ovviamente da quanto ho letto sulle note stampa “un gruppo nato dopo uno scommessa su un volo aereo”: la curiosità nasce spontanea…
Elle: Il nostro incontro su un volo aereo è stato davvero bizzarro, inizialmente l’antipatia verso l’altro era reciproca, tant’è che abbiamo proseguito il viaggio in solitaria, ma ci accomunava il fatto di essere entrambi alla ricerca di “qualcosa” di un cambiamento nella nostra vita, la nostra scommessa non possiamo rivelarla perché ancora non sappiamo chi dei due vincerà, è tutto in essere e divenire, più che una scommessa forse sta diventando una promessa.
Esse: Si, il viaggio è proseguito in solitaria ma in realtà non avevo mai smesso di pensare ad Elle, mi ha sempre affascinato la sua personalità. In Giappone sono successe cose al limite dell’assurdo, i Giapponesi sono un popolo introverso ma completamente folle, dopo quell’incontro ci siamo detti: contattiamoci quando saremo diventati più forti, così abbiamo fatto, mesi dopo è nato il progetto.
Posso dire subito una cosa che adoro del vostro disco? Il grande spazio che date alla parte strumentale. Intendiamoci adoro il cantato di Laura, così abrasivo, ma le parti strumentali così “schizzate” che ci sono in moltissimi brani mi fanno impazzire, tra assoli, stop and go, cambi di tempo…mi verrebbe da dire che questo è quasi un vostro marchio di fabbrica, che ne dite?
Elle: Ti ringraziamo molto, hai capito il fulcro della nostra essenza, penso che questa sia la nostra caratteristica, la dinamicità, come in un discorso, l’importanza della pausa, l’accelerazione la decelerazione, è tutto così umano se ci pensi, vogliamo dare vita alla musica, lavorare troppo a delle tracce snatura tutto quanto, la musica, deve essere autentica per toccare l’anima, niente è stato alterato nella nostra registrazione, una scelta controcorrente, ma fa parte della nostra filosofia, la musica deve “ toccare” creare tensione, ogni forma d’arte non è altro che tensione, nessuna forma d’arte valida è il prodotto della felicità, il nostro compito è saperlo raccontate, ambizione, narcisismo, sesso, rabbia … questi sono i motori che muovono le persone e la musica deve saperlo raccontare.
Esse: Pensa che ho lottato con Elle per eliminare parti di queste cose perché erano davvero troppo “ Aldilà “ le composizioni di questo primo album sono la somma dei nostri reciproci ricatti musicali.
Ci sono dischi che “accumulano suoni”, voi invece avete puntato sul minimalismo. Anche nel secondo disco su cui state lavorando si continuerà per questa strada?
Elle: Assolutamente si “ less is more” il nostro secondo album è minimalista e anche stavolta composto da 16 tracce, ma avendo collaborato con un rinomato mix and engineering Giapponese l’impronta d’oltreoceano si sente, sarà una dicotomia davvero interessante.
Esse: si, il secondo disco che uscirà a breve è un prolungamento del primo disco ma con delle novità nella lavorazione e trattamento del suono.
Mi parlate di questo legame che avete con il Giappone?
Elle: Il legame con il Giappone è un legame mistico e imprenditoriale allo stesso tempo, mistico perché differisce così tanto dalla nostra cultura che offre spunti di vista sempre originali e alternativi, rassicura e stimola, è un toccasana per l’anima, ho trovato amicizie fantastiche in Giappone, loro hanno un senso dell’amicizia e dell’amore differente dal nostro, bisogna esperirlo per comprenderlo a fondo. Imprenditoriale perché il Giappone è il secondo mercato musicale al mondo dopo gli USA, un bacino abbastanza largo per addentrarsi all’avventura.
Esse: In una vita precedente sono stato sicuramente Giapponese.
In un disco sonico, rumoroso, incazzato ci sono anche dei momenti di “quiete” come “La Sua Stanza” e “Il Profumo Che Rimane”. Come sono nati questi brani?
Elle: Questi brani sono nati al pianoforte, ho esternato il mio lato più sensibile, dove impressioni e umori sono scandagliati razionalmente, non è un abbandonarsi alle proprie emozioni, ma sminuzzarle, analizzale e inciderle, farle a pezzi chirurgicamente per intellettualizzarle, sono nate così, come tentativi di “ operazione a cuore aperto” esperimenti.
Adoro la copertina del vostro album: sembra che dica che in un mondo fatto di bianco e nero voi siete pronti a metterci il colore, siete pronti a uscire dagli schemi, fregandosene delle buone maniere. Interpretazione che ha un senso?
Assolutamente si, siamostupefatti dalla tua interpretazione, ha assolutamente senso, le regole, il “dovrebbe essere fatto cosi” non le abbiamo mai sopportate, noi siamo semplicemente noi, senza nessuna paura portiamo avanti noi stessi. Non ci preoccupiamo di piacere agli altri, questa è la nostra forza, questo secondo noi è attraente.
Grazie ancora per la vostra disponibilità ragazzi. Posso chiedervi di scegliere dal vostro album una canzone che faccia da colonna sonora di chiusura a questa chiacchierata e mi spiegate anche il perché di questa scelta?
Grazie a te, scegliamo “ Dare x Avere” perché siamo convinti che dando incessantemente qualcosa, riceveremo, quindi continuiamo a dare tutto quello che abbiamo e che possiamo. In Giappone qualsiasi oggetto porgi all’altra persona è abitudine sociale farlo con due mani, l’atto di dare e ricevere è accompagnato da un’autentica considerazione, rispetto e connessione/tensione verso l’altro, quindi i Little Boys vi tendono entrambe la mani e vi salutano.