Alex Lahey è appena ritornata con questo suo terzo LP, che arriva dopo quattro anni esatti dal suo convincente sophomore “The Best Of Luck Club“.
In “The Answer Is Always Yes” la musicista nativa di Albert Park, Victoria analizza la sua diversità attraverso lenti differenti rispetto ai suoi due lavori precedenti, dall’effetto dell’isolamento al surrealismo e all’umorismo.
Dice Alex:
Vivere in un mondo che non è stato creato per te ti rende piuttosto forte e adattabile e trovi il divertimento. Ti fa anche capire quanto tutto sia assurdo. Con questo disco ho voluto essere strana perché il mondo è strano e lo è ancora di più quando ti rendi conto che non ti ci ritrovi sempre.
L’album si apre con “Good Time”, un pezzo scritto insieme al noto produttore Jacknife Lee (U2, Taylor Swift): se l’inizio ricorda l’indie-rock della sua connazionale Courtney Barnett, la canzone prosegue poi con un atmosfera decisamente più pop, dove le melodie disegnate con chitarra ed elementi elettronici, sono davvero azzeccate e piacevoli.
La successiva “Congratulations”, invece, cambia totalmente con un alt-rock chitarristico dai toni incalzanti che ci ricorda i Pixies, mentre le sue sensazioni melodiche riescono sempre a centrare l’obiettivo.
Più avanti in “Permanent”, dai ritmi decisamente tranquilli, la Lahey si lamenta del periodo passato chiusa in casa durante i lockdown: il suo morbido lo-fi chitarristico, però, alla fine del brano si trasforma inaspettatamente in qualcosa di più energico, potente, esplosivo e punky.
Se “On The Way Down” ci porta su territori punk-pop eccitanti e veloci con cori luminosi pronti per esplodere e farle guadagnare nuova visibilità, “They Wouldn’t Let Me In” si sposta verso terreni post-punk con incalzanti linee di basso che, invece, danno spesso un’atmosfera più cupa, ma altrettanto interessante.
Un buon disco indie-rock, che non disdegna qualche tuffo nel pop, mantenendo sempre il livello qualitativo alto e mostrando una nuova importante progressione da parte della trentenne songwriter australiana.