Tolto l’abuso ormai d’ordinanza che ormai le produzioni di Netflix fanno di filtrini colorati sulle immagini, in questo caso gialli e blu, sono tanti i motivi per i quali non perdersi questa “El amor despues del amor”.
Se non avete familiarità con il rock sudamericano e nella fattispecie argentino difficile che il titolo di questa biografia seriale di Fito Paez vi dica qualcosa, mentre invece, se ne avete, rinoscerete subito il titolo di uno dei dischi argentini più venduti di sempre e lo collegherete immediatamente al suo iconico autore. In entrambi i casi la visione vi affascinerà.
Nel primo, farete la conoscenza con una personalità importante e sarete rapiti da un turbine di eccessi, drammi (su tutti la carneficina di nonna, zia e domestica della rockstar), ma anche dolcezza, quando vediamo Fito lasciarsi andare nelle relazioni con Fabi prima e con Cecilia poi. Nel secondo apprezzerete invece la minuzia della serie nel mettere in scena il processo creativo e le diverse fasi della carriera di Paez.
Un grandissimo pregio di questa serie è infatti quello di non fermarsi al racconto della figura di Paez, ma di puntare su un’accurata ricostruzione dell’Argentina dell’epoca e della sua ricca scena pop-rock. La serie inizia infatti in quel di Rosario negli anni ’80, in piena dittatura militare, per poi portarci prima a Buenos Aires e poi in giro per tutto il Sudamerica, fino agli albori del decennio successivo. Insieme al giovane Fito faremo poi la conoscenza di alcuni dei volti più carismatici della scena rock locale, leggende come Charly Garcia ovviamente, ma anche diversi altri.
Ottimo il cast, che raggruppa tanti nomi giovani ma anche veterani come Campi, che vediamo all’opera in una riuscita interpetazione del papà un po’ burbero ma sempre vicino al figlio.