Dodicesimo album per i Damned, storica band londinese che vanta nel proprio C.V. alcuni invidiabili meriti: registrare il primo singolo di punk-rock in Inghilterra (“New Rose” nel 1976), primo album punk (Damned Damned Damned, 1977) e furono anche la prima punk band britannica a fare un tour negli U.S.A. (vennero anche invitati al CGBG’s di New York).
Una delle doti principali della band che ha in David Vanian e Ray Burns, in arte Captain Sensible i fondatori e tuttora attivi protagonisti del gruppo, è stata sicuramente la capacità di uscire dal granitico solco del punk violento degli inizi per deviare verso una dissacrazione di quel modello, diventando dei precursori di quei generi denominati dark wave e gothic rock. La voce profonda, da crooner di Vanian e la vena psichedelica di Captain Sensible sono ancora protagoniste in questo nuovo lavoro che ancora ci sorprende per la freschezza e la qualità dei brani.
Ai due dobbiamo aggiungere Monty Oxymoron alle tastiere, pure lui una vecchia guardia, Paul Gray al basso (gradito ritorno, faceva parte della band già negli anni 80) e il batterista William Granville Taylor che entra a far parte di una band che fa musica da 47 anni, una bella soddisfazione direi.
Il nuovo album esce 5 anni dopo l’uscita di “Evil Spirits”, un lavoro di grande spessore. Nel frattempo la band ha pubblicato un EP (“The Rockfields Files” nel 2020), un paio di antologie e tour di grande successo. Hanno trovato pure il tempo per scrivere anche queste dodici canzoni, che fanno di “Darkadelic” l’ennesimo colpo ben riuscito dei Dannati.
Sembra quasi una normalità affermare che gli album dei Damned non hanno tempo: “Darkaledic” non fa eccezione. Negli oltre 45 minuti dell’album possiamo respirare le atmosfere di “Strawberries”, l’hard-rock melodico e psichedelico di “Phantasmagoria” per raggiungere gli anni 2000 di “Grave Disorder”.
Ogni brano però risulta originale, staccato da paragoni del passato, suona fresco e lucente.
La chitarra di Captain Sensible è sempre al posto giusto nel momento giusto, con riff hard rock e assoli che accarezzano e svegliano emozioni di chi ama le sei corde. Il ritmo è sempre ben sviluppato da Gray e Taylor che non si fa di certo intimidire dalla fama di Rat Scabies e Pinch, storici batteristi del glorioso passato del gruppo.
La voce di Vanian? Dobbiamo parlarne o siamo tutti d’accordo nel considerarla una delle più emozionanti e profonde del panorama rock di tutti i tempi?
Se in “Evil Spirits” (prodotto da Tony Visconti) le tastiere avevano un ruolo importante, con il genio e le improvvisazioni di Oxymoron a marchiare i brani, in “Darkaledic” torna alla grande la chitarra dalle tinte rock del Capitano con il berretto rosso. Una prova eccellente, un album che diventa subito un classico per questa eterna band che sembra aver ancora molto da dire.