I Rancid hanno la loro strada, una strada che, nonostante i momenti più commerciali di brani come “Time Bomb”, ha sempre seguito una linea precisa e ben definita: coerenza, credibilità, ritmo, velocità, punk-rock. Un punk-rock fatto di melodie contagiose e di chitarre rumorose che, oggi, fa, ovviamente, i conti con il tempo che è passato da quando, negli anni Novanta, questi ragazzi – ormai cinquantenni – imbracciarono i loro strumenti, seguendo il nume ispiratore clashiano, per dare vita ad un progetto, gli Operation Ivy, divenuto anch’esso leggendario e meritevole di tutta la nostra considerazione e la nostra nostalgia.
È tutto vero, a pensarci bene, nessun angelo si prenderà cura di noi, del nostro cammino, delle scelte che facciamo, delle parole a cui diamo, spesso, erroneamente credito. Le nostre nazioni sono guidate da uomini sciocchi, interessati solamente a conservare il proprio potere ed il domani, il nostro domani e quello delle future generazioni, appare sempre più precario, malato e profondamente, profondamente ingiusto.
Intanto “Tomorrow Never Comes”, “New American”, “It’s Road To Righteousness”, “Drop Dead Inn”, ci mettono con le spalle al muro, rammentandoci, anche grazie alle loro dinamiche apparentemente spensierate, che lo spazio a nostra disposizione, lo spazio per la verità, la giustizia sociale, i diritti civili e la solidarietà, è sempre più limitato, sempre più angusto, più scomodo. Abbiamo, ancora, un posto, una casa, una città, un paese, un mondo al quale ci sentiamo, davvero, di appartenere?
L’East Bay, ormai, più che un luogo geografico, è divenuta uno stato mentale, è il chiaro di luna che guida le nostre notti insonni, è l’indomita speranza di “When The Smoke Clears”, l’ultimo incantevole brano del disco, un vero e proprio inno targato Rancid alla working class, alle sue ferite, alle sue lotte, alle sue cicatrici, ma anche ai suoi preziosi sussurri d’amore. Perché quando ci renderemo, finalmente, conto di essere prigionieri di una stupida farsa virtuale, quando le nebbie del liberismo si diraderanno, l’amore strummeriano sarà l’unico vero appiglio al quale potremo aggrapparci, al di là di tutti i cliché, di tutte le frasi fatte, di tutti i lupi che, anche nel nostro bellicoso e virale presente, si travestono, quotidianamente, da agnelli.