Il nuovo EP “Solo Fiori” di Paolo Benvegnù ci ha lasciato estasiati. 5 canzoni bellissime che segnano il ritorno, in grande stile, di un artista che non ha certo più bisogno di presentazioni e per cui certe lodi e certe parole di stima sono ormai superflue. La chiacchierata telefonica con Paolo per parlare di questa nuova pubblicazione e delle date estive che stanno arrivano, beh, era doverosa.
Ciao Paolo, in primis grazie per la tua disponibilità. Da dove mi stai parlando?
Ciao Ricky, è bello risentirti, la tua voce ha sempre quel carattere vitale e frizzante come tanti anni fa, io, come puoi sentire invece accuso un po’ il peso degli anni e il mio italiano è piuttosto desueto. Al momento sono in furgone e sto tornano da una serata ad Udine con l’ Orchestra Multietnica di Arezzo e ora sono in quel di Rovigo Nord.
Iniziamo a fare un tuffo nel passato. Il nostro primo incontro. Forse non era nemmeno uscito il primo disco degli Scisma. Io indossavo una maglietta dei Radiohed e tu mi dicesti…”Questi si che sono i maestri, non noi”. Ma, a distanza di tanti anni…Paolo Benvegnù è arrivato allo status di maestro?
No, assolutamente no. Anzi, io me ne devo freagare di ogni tipo di connotazione positiva. Questa è l’unica maniera per fare ricerca seriamente, ovvero fare come se fino a prima non avessi fatto nulla. Quindi ogni giorni nego ogni passo effettuato. Nella realtà c’è sempre un discorso legato alle esperienze. Ma nella comprensione del mondo, credimi, io ogni giorno riparto da capo e penso di capirne meno del giorno prima, ed è fantastico. Un eterno viaggio del tempo in cui non esisti.
Anche in questo caso, anche nel nuovo EP, non c’è solo Paolo Benvegnù artista ma “il collettico Paolo Benvegnù” vero?
Certo. Partiamo dal presupposto che nella pittura, se un pittore fa un quadro ma il gallerista sceglie la cornice, ecco, già quello non è più un lavoro in solitudine. Qui forse succede il contrario visto che io scelgo la cornice e gli altri dipingono. Quello che faccio io è tracciare linee guida: le mie idee si sviluppano in gruppo. Mi devo mescolare con gli altri per riuscire a fare qualcosa di virtuso e per aiutare la mia intelligenza che è sempre parziale.
La scelta di muoversi sulla breve distanza dell’ EP da dove nasce?
Noi avevamo già pronti un sacco di brani per fare un disco. L’etichetta mi ha lanciato l’idea di non fare tutto subito. E’ come se avessimo dei racconti che poi vanno ad anticipare un romanzo che uscirà a novembre. La cosa mi è piaciuta e devo dire che è piaciuta anche ai ragazzi, tutti d’accordo…non capita molto spesso!
“Solo Fiori”: sembra un titolo che celebra i piccoli gesti, le piccole cose…
Tutto parte da un discorso che avevo in testa e su cui ho ragionato: cosa c’è di più bello se non regalare ad altre persone che ci sono vicine un fiore o un’ intuizione? Questo è un diktat per evitare che la rigidità della stupidità mi porti ad essere arido, non lo vorrei mai. Se c’è una cosa in cui ho sempre sbagliato ma che non ho mai smesso di avere è la generosìtà verso l’altro, generosità umana che non ha nulla a che fare con il mio lavoro o con quella che è la mia passione verso la musica. Sono molto generoso come essere umano e non voglio inaridirmi e mi sono imposto, ogni giorno, di portare un fiore a chi amo.
Tu canti l’importanza dell’amore. Ma c’è amore e amore, anzi, c’è chi, come Petrarca lo vive in modo molto terreno (e non spirituale come Dante) ma poi lo rifiuta perchè lo allontana dalla perfezione. Ma l’amore può davvero essere rivoluzione, come ti ho sentito dire in altre interviste che hai fatto?
Petrarca ha cercato la sublimazione, come anche anche Dante se vuoi, cercando di “saldarsi” con il divino. Qui siamo in una situzione un po’ diversa perché abbiamo altri tipi di divintà ben più materiali (scarpe, macchine, occhiali, ecc) e l’amore deve essere rivoluzionario, proprio perché non c’è una divinità a cui legarsi. Però forse l’amore stesso è rivoluzione già di suo: amando tu sovverti completamente la logica pragmatica, funzionale, utilitaria e utilitaristica di questa società. L’amore non è utile. Anzi. Ci fa fare cose assurde. Amare è intercettare la follia dell’altro e bearsene, assecondare questa follia. Quindi amare non è utile, ma va contro il senso scritto di questa società che vuole l’utilità e la funzionalità, dove si cercano solo le cose utili e tecnologiche che ci fanno risparmiare tempo (per usarlo per cosa poi?). Con l’amore non risparmi tempo, anzi, ti fa fare dei grandi giri e ti fa muovere nell’irrazionale: ecco perché finalmente l’amore, in questo momento, rende significante l’uomo, è una possibilità per cercare di sondare i propri limiti.
Nella recensione che ho fato qui per IFB ho trovato la tua scrittura, a tratti, quasi classica, più semplice rispetto ad altre volte: una scrittura che mi sembra di capire è figlia di una tua serenità. O sbaglio?
Guarda, non la definirei figlia di una serenità, quanto di una forte consapevolezza in mè. Ora ho ben chiaro, pur nel caos del mondo, che sono “un ponte” tra un passato che nessuno ricorda e il futuro. Questa è una cosa che trovo divertente e mi rende più divertito nella scrittura, nella valutazione delle cose, nel rapportarmi con gli altri esseri umani, quindi si, hai ragione anche tu quando dici che sono più sereno. Tutto quello che è stato nel mio passato mi ha dato degli strumenti più numerosi e preziosi per descrivere e valutare le cose e ora ne sono più consapevole. Se c’è una cosa che sto perdendo sempre più è la spudoratezza e il fatto di non essere spudorato mi fa essere più contento di mè stesso.
In “Our Love Song” usi il termine “naufragare” che, di prima battuta, mi mette un po’ di inquietudine addosso…
No, tutt’altro. Pensa a “Moby Dick”. L’innabissarsi di quella nave: se lo intendi come perdere la vita e il respiro ha un valore, ma se lo vedi come entrare in un altro mondo per capire meglio quello che ti è successo prima, beh, è tutta un’altra cosa. Dipende dalle prospettive. Il discorso è facile. Quando ci si avvicina a un certo grado di comprensione tutto cambia sotto i nostri occhi, ecco la grande bellezza di invecchiare: si vede tutto in modo diverso, la realtà cambia. La verità non esiste. E’ la nostra verita soggettiva e di esseri umani. Immagina di essere un animale, lo vedresti completamente diverso. Quando vai a “naufragare” dentro l’altro non ti interessa cosa succede, non esiste più un prima ne un dopo, naufraghi perchè vuoi fermare il tempo, vuoi essere al centro della tempesta dell’altro, che sia il suo inferno o il suo paradiso. E con questo abbiamo pure tirato in ballo anche Dante e lo abbiamo pure superato. Ecco…vedi che alla fine sono ancora presuntuoso?
“27/12”: una canzone che lascia senza fiato e che ho dedicato a una persona speciale. Mi sono chiesto, vedendo il titolo…cosa sarà mai successo il 27 dicembre. Mi sbagliavo di grosso.
Ahahah. Si mi riferisco a un passaggio di una lettera di San Paolo ai Corinzi. Paolo, tra l’altro, personaggio più odioso del nuovo e del vecchio testamento, un vero imbonitore…e mi ricorda qualcuno, ma, dai, lasciamo stare. Qui Paolo stava andando verso Roma, lui e i suop compagni vedono una tempesta e sono sulla nave e gli altri vorrebbero buttarsi in mare, ma lui finalmente si svela dicendo “Se voi siete qui è perché avete un disegno e Dio vi salverà“. Pensando a questo mi è venuto di scrivere un brano sulla consistenza dell’inconsistenza, sembra un gioco di parole, ma è proprio così.
Nel nuovo EP c’è la presenza di Malika Ayane, favolosa artista femminile che si aggiunge ad altre cantanti con cui tu hai collaborato, tutte di grande pregio e valore artistico.
Si è vero sono sempre stato molto fortunato da questo punto di vista.
Beh, il singolo con lei sta andando molto bene…passa pure su Radio Italia!
Ahahah, in effetti si, dopo questo abbiamo visto tutto! Malika è in perenne metamorfosi, e quel brano che racconta il salutarsi di due amanti per poi, forse , un incontro futuro voluto ma casuale, ecco, mi sembrava perfetto per lei. Mentre io faccio il narratore con la mia voce da orsetto ecco che quando arriva lei il brano si spalanca, perché lei le parole le fa esplodere. Sono sempre stato fortunato in questo senso, anche negli Scisma, con Sara ad esempio.
Estate di concerti. Ho visto che a Bologna sarai da solo!
Si, è vero faccio questa cosa da solo, una verità è che in quel caso ai miei compagni non hanno concesso di accompagnare l’anziano, che sarei io, L’altra verità è che avevo già fatto una cosa simile sempre lì anni fa e mi è stato chiesto di rifarla, speriamo che almeno prima, dopo e magari pure durante i ragazzi di Bologna trovino delle majorettes per rendere il tutto più frizzante.
Beh, ma al Primo maggio a Roma come ti sei sentito?
L’ho vissuta bene e ci siamo divertiti molto. Li praticamente conoscevo tutti tra addetti ai lavori e fonici dietro le quinte e mi sentivo nella mia dimensione. Ovviamente era impossibile non notare il grande cambiamento di linguaggio, non solo musicale, sopra ma anche sotto il palco: ora , ad esempio, non si usano più di tre sillabe o magari tre lettere, a differenza di una volta dove si provava a fare un discorso, ora è tutto un “Bro“, “Fra“, “Appost“…se accorciamo ancora un po’ di più torneramo a un vero e proprio linguaggio primitivo che ci avvicinerà ancora di più alla natura.
Ultima curiosità. Mi chiedevo se con tua figlia ogni tanto piazzi tu qualche “suggerimento” musicale o lasci campo libero e non dici nulla sui suoi ascolti…
Allora, diciamo che io praticamente subisco le decisioni, anzi, sono ben passivo da questo punto di vista. Quindi non faccio sentire nulla o non impongo nulla, però mi piace vedere se ha voglia di avvicinarsi agli strumenti. Mia figlia ha un grande talento melodico e mnemonico, si ricorda bene testi e melodie ed è pure intonata. Per cui per ora mi limito a questo, anche se ammetto che certe volte mi stupisco di dirle…”Sai, ho suonato insieme a Tananai o Lazza“, che è una cosa che mai avrei pensato di dire ma a scuola quelli ascoltano e quindi mi viene da pensare a quel tale che diceva “La mia generazione ha perduto”…no, no, non è mai entrata in gioco!
Queste intanto le prime date del tour estivo di Paolo Benvegnù:
Sabato 24 giugno – Nottilucente (Rocca di Montestaffoli) – San Gimignano (SI)
Venerdì 14 luglio – Nell’arena delle Balle di Paglia – Cotignola (RA) – NUOVA DATA
Venerdì 21 luglio – Montagnola Republic– Bologna (in solo)
Giovedì 10 agosto – Tra Ville e Giardini XXIV Edizione – Parco di Villa Schiatti-Giglioli – Ficarolo (RO) – NUOVA DATA
Sabato 12 agosto – Nxt Station – Bergamo
Mercoledì 27 settembre – Hiroshima Sound Garden – Torino – NUOVA DATA
Sul palco Benvegnù sarà accompagnato dai suoi fidati musicisti (tranne nelle date in cui sarà in solo): Luca Baldini, Daniele Berioli, Gabriele Berioli, Tazio Aprile e Saverio Zacchei.
La data del 14 luglio prevedrà ingresso con sottoscrizione di 5 euro.
Le prevendite per la data del 10 agosto apriranno dal 27 giugno su diyticket.it mentre quelle per la data del 27 settembre sono disponibili su Mailticket.it