È un cantautore con i piedi per terra Emanuele Galoni, che al doppio lavoro – insegnante nel suo caso – non ha mai rinunciato usandolo come fonte d’ispirazione e carburante per i brani che scrive. “Cronache di Un Tempo Storto” è quello che il titolo promette: un racconto onesto del mondo di oggi visto da chi ha deciso di tenere gli occhi aperti.
Un album che affronta temi importanti con intelligenza, pesando attentamente le parole, dosandole con sapienza anche quando diventano pesanti. Voce, chitarre acustiche ed elettriche, batteria, archi rammentano che forse non tutto si è perso nel mondo indipendente italiano, c’è ancora spazio per chi parla di vita vera al di là delle frasi di circostanza.
“Non devi aver paura di niente”, “L’esercizio fisico di piangere”, “Come il cobalto negli I-Phone” e “Buoni propositi per il nuovo anno” in particolare mettono a nudo fragilità molto comuni, frequenti e spesso taciute. Il tempo storto di Galoni ha il passo lento e costante delle clessidre, una visione del mondo intima e lucida a cui non siamo più abituati e che dovremmo recuperare.
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