Ho mentito a me stesso un paio di settimane, fingendomi titubante sul vederla o meno, prima di abbandonarmi a questa docuserie su Arnold Schwarzenegger.
Uno e trino come solo Dio, Arnold viene sviscerato in tre puntate, ciascuna dedicata ad uno dei campi in cui l’austriaco più famoso della storia della pop culture ha primeggiato. Si comincia con l’atleta dunque, capace di sdoganare il body building, per poi proseguire con l’attore che ha rimodellato il concetto di action e chiudere, chiaramente, con il politico, ruolo ricoperto con esiti tutt’altro che negativi.
È Schwarzenegger a raccontarsi in una lunga intervista durante la quale dalla bocca gli escono tante parole quanto fumo dei cubani, quindi l’operazione un po’ agiografica ci è. Va però detto che non rifugge le zone d’ombra della vita di Arnold.
La struttura molto semplice delle puntate e l’ampio utilizzo di filmati di ogni epoca nonchè di spezzoni di film rende la visione molto agevole e dà risalto ad ogni aspetto di una figura destinata a sorprendere lo spettatore con più ironia e acume di quelli che gli è solito attribuire.
Tantissimi gli intervistati, da James Cameron ai Kennedy, ma l’unico che tiene testa ad Arnie in quanto a carisma è ovviamente zio Stallone.