Non è soltanto la storia di uno sportivo e di un uomo quella raccontata in 4 episodi da “Il caso Alex Schwazer”, bensì, come suggerisce il titolo, la ricostruzione di un vero e proprio intrigo internazionale, che, pur non risolto, getta indissolubili ombre sul mondo dell’atletica internazionale e i suoi organi di controllo.

Certo, ascoltare il tutto prevalentemente dalle bocche del marciatore altoatesino e del suo allenatore Donati fa pendere l’ago della simpatia decisamente dal loro lato, ma l’accuratezza del racconto legale e processuale non lascia dubbi sull’almeno parziale malafede della WADA, perniciosa e anche maldestra nel fornire presunte prove sull’urltilizzo di doping da parte di Schwazer.

Anche se meno centrale rispetto a quello giudiziario, questa docu-serie perfetta per tempi e toni propone però anche un focus umano sull’altleta. Se la storia di gloria e poi di abisso, di risurrezione e poi nuovamente di condanna di Schwazer la conosciamo per sommi capi tutti, la lunga intervista al marciatore, quelle ai suoi familiari e l’ampio uso di filmati televisivi e privati ci lascia entrare ben più indentro i giorni più belli e quelli più tremendi di Alex.