Terzo appuntamento in agenda per uno degli happening più belli in Europa, il festival Tener-a-mente arrivato alla sua dodicesima edizione, sempre nell’incantevole Anfiteatro del Vittoriale a Gardone Riviera, dicevo terza data che questa sera ospita Nils Frahm, dopo il sold out di Mannarino ad aprire le danze e James Bay.
Artista tedesco classe 1982 con all’attivo numerose produzioni, va a posizionarsi tra quei musicisti di estrazione classica, ma che, sapientemente, rendono la materia contaminata con il moderno, l’elettronica e i suoni sintetici con il calore di un pianoforte, il giusto punto d’incontro tra analogico e computer.
Non credo ci sia posto migliore per una proposta del genere, l’atmosfera del Vittoriale, la collocazione e la sua storicità, il lago di Garda da sfondo alle atmosfere strumentali di Frahm, sono quanto di più bello e ricercato, che un musicista di questa estrazione possa desiderare.
Ma sappiamo proprio che sono gli stessi artisti a chiedere, in qualche modo, di poter passare della storica dimora di Gabriele D’Annunzio, non c’è solo il mestiere, ma anche la passione di vivere quantomeno una data, senza nulla togliere, diversa dal solito ed unica nel suo genere.
Un set up curato nel dettaglio con l’amico di sempre, un pianoforte a dettare legge, circondato da tutta una serie di synth analogici e un unico e solitario musicista sul palco, solo ma assolutamente in formato orchestra.
Mancava da qualche anno dal nostro paese, se non sbaglio fu proprio il TOdays festival, prima della pandemia, ad ospitarlo l’ultima volta, un artista che ancora non ha raggiunto picchi di popolarità, che assolutamente meriterebbe per la ricerca, l’innovazione e l’asticella sempre alta della sua proposta.
Sono suite sognanti e avvolgenti, che coccolano e cullano il pubblico comunque numeroso, quanto curioso, di questa sera, forse il vero gioiellino di un bill, quello di teneramente, ancora una volta entusiasmante e trasversale, con Frahm si sceglie una proposta assolutamente meno convenzionale di altre.
Entrando in merito, serata fresca, lontano dalle estati caldissime e afose, anzi, la pioggia di questi giorni ha fatto percepire quasi un clima primaverile.
Concerto ritardato di una decina di minuti rispetto all’orario previsto, per aspettare l’oscurità, su espressa richiesta dell’artista stesso, si partirà intorno alle 21,30, per quasi due ore cronometrate di performance, che inizia con un preludio piuttosto lungo suonato, credo, con una sorta di theremin da una console più piccola, quindici minuti di minimalismo, quindi trasferimento alla postazione più grande, ricollegandomi a quanto detto sopra, praticamente una sorta di studio di registrazione mobile, non certo una semplice backline da tour, già uno show nello show questo set up maniacale.
Il percorso scelto da Frahm è completo e difficile, quanto coraggioso, richiede una certa attenzione e concentrazione, non può essere il concerto per tutti i palati, c’è tanta sperimentazione appunto e avanguardia; lui un mostro di bravura, tecnica e fantasia, un folletto immerso tra questi muri di strumentazione, sembra giocare un altro campionato, come se venisse da un altro pianeta.
Personalmente ho preferito i momenti più ricchi e barocchi, con l’intrecciarsi dei vari strumenti e il crescendo del magma sonoro fino a vette importanti, più soporiferi e un pò noiosi i momenti dilatati costituiti da poche note o da un unico strumento in solitaria, nel complesso, parliamo più che di un concerto di una sorta di esperienza, al di la dei gusti, significativa.