Gli ultimi cinque anni di fuoco con i Fontaines D.C. Il successo. La nomination ai Grammy Awards. Il caos e la calma ritrovata nel nord dell’Irlanda. Grian Chatten si ritrova nel suo primo, e bellissimo, album solista.
“Chaos For The Fly” è il primo album solista del frontman dei Fontaines D.C. Presentato con vari singoli dall’annuncio fino alla data di release, questo disco è un viaggio introspettivo ed isolato nel suo mondo, tra innovazione e tradizione e tra artificio e semplice pura onestà.
Ispirato alle comunità dei pescatori del nord dell’Irlanda, questo disco dai toni cupi e oscuri riprende molte sonorità che appartengono a Chatten ma che ovviamente non si rifanno alla linea principale del post-punk della band di origine. Prodotto dal fido Dan Carey, le nove tracce svariano dal folk (inteso in questo caso come comunità di appartenenza o di isolamento) al dub fino alle reference di Nancy Sinatra, Lee Hazlewood e Vic Chesnutt.
Con una voce più espressiva, cupa, e matura l’artista ci trasporta in percorsi che si rifanno al passato ma anche al presente. Come per esempio l’ultimo singolo “All Of The People”, accompagnato da pianoforte, chitarra e violino, che un po’ ricorda il mood alla National; “East Cost Bed” che mischia l’elettronica con il folk, assieme a questi synth di rimando anni ’80. Ma anche la tradizione irlandese nei violini della folk di “Fairlies”, secondo singolo lasciato e che ricorda tutto del proprio paese di origine.
Con l’aiuto della fidanzata, Georgie Jesson, la riuscita del terzo singolo “Last Time Every Time Forever” è eccellente e ci porta in un mood sempre retrò, ma delicato grazie alla strumentale di violini e chitarre e alla voce delicata della compagna. Una voce che ritorna anche per il brano retro-pop “Bob’s Casino”, inserita in un contesto veramente anni ’60 grazie alla tromba nell’ultima parte che accompagna la batteria veramente swing a cui si aggiungono in secondo momento note acute di pianoforte.
I testi che accompagnano le musiche sono forse la versione più matura dell’artista, che scava in profondità il suo io e la sua condizione di essere umano ed artista. Questo album non vuole essere solo un banco di prova per Chatten, ma anche per noi. Una sorta di seduta psicanalitica sulle nostre condizioni.
Il disco è stato concepito in maniera totalmente onesta ed umile per restare nella nostra memoria, e negli annali della discografia mondiale. E questo non è scontato.