Ritroviamo con piacere i Bluedaze che ancora non perdono quel tocco sonico riverberato e vaporoso, ma sanno mescolare molto bene le loro carte in questo nuovo EP intitolato “Flesh”. Quello che più ci colpisce è la maggior fisicità del quartetto.
La title track è qualcosa che ci colpisce fin dal suo attacco, un pugo in faccia sonico che arriva diretto, graffia e incalza e la band si troa assolutamente a suo agio con queste chitarre rumorose ma anche con momenti onirici e spaziali. I Bluedaze sanno trovare il giusto equilibrio e mi piace davvero tantissimo il taglio psichedelico che sembra prendere il sopravvento prima di rituffarsi nel vortice sonico prima della fine. “Knife” è vitale, cambia tempi e mood sotto i nostri occhi e lo fa in modo adorabile. Anche “You’d Better Run” alza i giri del motore e il ritonello è basato su una chitarra sonica che entra in modo prepotente, mentre è ancora il lato più variegato e psichedelico a deliziarci nella conclusiva “Standing Still”.
Si sono fatti più rubusti i ragazzi, più grintosi e carichi, ma non hanno perso nulla sul loro aspetto più visionario.
Siamo menti incarnate, corpi animati. Non c’è dentro e non c’è fuori. Nessuna distinzione tra mente e corpo. Tutto quello che siamo è lì, visibile sulla nostra pelle. Esposto, dove tutti possono vederlo, e per questo anche in pericolo, ma per chiunque nello stesso modo. Siamo carne. Se carne viva o carne da macello dipende solo da come scegliamo di agire nei confronti di noi stessi e degli altri.
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