Potranno dirci che i Rialto sono una pallida copia dei Pulp. Potranno dirci che hanno preso spunto in modo fin troppo evidente dai Suede. Potranno dirci che sono melodrammatici, barocchi, ridondanti. Potranno dirci che di canzoni su cuori infranti e pene d’amore ne abbiamo un catalogo infinito già pieno. Potranno dirci che sono stati una meteora. Potranno dirci un sacco di cose volte a intaccare la reputazione di questa band, ma sapete che vi dico io? Che non me ne frega un cazzo!

I Rialto 25 anni fa ci lasciavano senza parole, in preda a sogni magnifici. Sogni di un pop glam e melodrammatico, in cui la polvere di stelle non illumina il nostro cielo rendendolo più chiaro, ma forse serve solo a creare piccole scintille in cui brillano per un attimo le nostre lacrime. Un lavoro certamente catchy eppure così dannatamente drammatico e oscuro. Quello che Louis Eliot mette in campo in questo esordio pazzesco è tanto struggente quanto inebriante, mentre ritornelli zuccherosi e magistrali riempiono la nostra testa e il nostro cuore.

I Rialto hanno davvero tutto per catturare la nostra attenzione: sono pop decadente, sono vestiti bene, sono attraenti, sono oscuri al punto giusto eppure sanno essere anche scanzonati con quel mezzo sorriso malinconico sulla faccia che ti fa sciogliere, sanno essere accattivanti ma ti piacciono quasi di più quando fanno gli schivi e gli ombrosi. Insomma…come non perdere la testa per loro?

Non una canzone fuori posto, non una melodia che non funzioni. Una band che, nel 1998, arrivava tardi, quando i bagliori del britpop andavano scomparendo e la stampa perdeva interesse, ma i Rialto non meritano di essere dimenticati…chi ha fatto un simile disco non può essere dimenticato!

Pubblicazione: 13 luglio 1998
Label: EastWest
Produttore: Jonny Bull

Tracklist:

1 Monday Morning 5:19
2 Dream Another Dream
3 Broken Barbie Doll
4 Summer’s Over
5 Untouchable
6 Hard Candy
7 Quarantine
8 Lucky Number
9 Love Like Semtex
10 When We’re Together
11 The Underdogs
12 Milk Of Amnesia