Il meglio della nuova scena post-punk europea presente stasera alla Beky Bay di Igea Marina a pochi minuti di treno a nord di Rimini: la Fake Fest, che originariamente prevedeva una seconda serata (poi cancellata) in cui avrebbero dovuto suonare i Libertines, porta finalmente in Italia i Murder Capital, autori di un eccellente sophomore, “Gigi’s Recovery“, finora uno dei migliori dischi di questo 2023.
Insieme a loro ovviamente ci sarà il gradito ritorno degli Idles, autori di quattro ottimi album, il più recente dei quali è “Crawler“, realizzato a novembre 2021.
Per fortuna arriviamo abbastanza presto alla venue perché la coda per entrare continua ad aumentare con il passare dei minuti, mentre i controlli all’entrata sono piuttosto lenti a causa del poco personale presente: quando riusciamo finalmente ad accedere, per fortuna la formazione irlandese ha appena iniziato “For Everything”, la prima canzone del loro set.
La opening-track del loro debutto “When I Have Fears” ci dimostra subito che band abbaimo davanti: immediatamente, imfatti, arriva un attacco frontale, esaltante e rumoroso, in cui si notano potenti le continue inserzioni delle chitarre di Damien Tuit e Cathal Roper, mentre il cantante James McGovern rimane sempre al centro della scena.
Il frontman è ancora protagonista subito dopo con la sua grande aggressività vocale in “More Is Less”, che ci ricorda proprio gli headliner Idles: mentre James si avvicina al pubblico per sentire il contatto fisico dei propri fan, la sua band mette in luce la sua parte più energica con pesanti riff e un drumming saltellante.
In “A Thousand Lives”, primo estratto da “Gigi’s Recovery” stasera, invece, la situazione si fa improvvisamente più calma e riflessiva con i vocals pur cupi di McGovern, che sembrano essere ricchi di passione: una gradita e meravigliosa pausa dopo un inizio così intenso.
Fa ottima impressione anche “Gigi’s Recovery”, title-track della loro fatica più recente, per quanto malinconica, ha un non so che di poetico e di teatrale nei vocals del frontman, prima che comunque l’adrenalina prenda ancora una volta il sopravvento.
“Don’t Cling To Life” chiude il loro set di tre quarti d’ora con grande energia e rabbia e chitarre graffianti per la gioia della folla che puo’ ballare: l’impressione che ci hanno lasciato gli irlandesi è davvero ottima e il nostro consiglio è di andarli a vedere nelle loro date di novembre a Milano, Bologna (appena annunciata per venerdì 3) e Roma.
Dopo circa una mezz’oretta, quando l’orologio segna quasi le dieci e un quarto, ecco salire sul palco gli headliner della serata, ormai abituati a passare spesso in Italia.
Si parte con “Colossus”, che inizia in maniera apparentemente calma per poi continuare a crescere in maniera eccitante con grida e un rumore sempre più duro, mentre le chitarre di Mark Bowen e Lee Kiernan impazziscono totalmente per la gioia della folla che sin da subito salta, balla e canta insieme agli Idles.
Il delirio continua poco dopo con “Mr Motivator” in cui si distingue il pesante drumming di Jon Beavis, uno dei veri protagonisti della serata: il melodico ritornello e le urla di Joe Talbot sembrano perfetti per esaltare ulteriormente i numerosi fan presenti alla Beky Bay stasera.
Nella divertente “I’m Scum” il frontman lancia un invito a nozze al pubblico, gridando
fuck the king
e la risposta dei presenti non si fa attendere nemmeno un secondo, mentre con “The Beachland Ballroom”, che Joe dedica a se stesso, finalmente troviamo un attimo di pausa: qui i vocals sono più riflessivi e traspirano uno spirito piuttosto disperato e doloroso, quanto passionale.
Il basso di Adam Devonshire, insieme al preciso drumming di Beavis, è invece il protagonista nella successiva e cupa “The Wheel”, l’ennessimo attacco frontale aggressivo per la gioia della folla romagnola.
Anche se in “Love Song” i vocals di Talbot sono senza dubbio più riflessivi, la strumentazione, in particolare la sezione ritmica, non smette mai di pulsare: divertente poi il medley all’interno della canzone, che vede Joe e Mark proporre parti di brani pop come “My Heart Will Go On” di Celine Dion o “Easy Like Sunday Morning” di Lionel Richie. Il risultato a livello sonoro ovviamente è disastroso rispetto alle versione originali, ma l’intento del gruppo di Bristol è senza dubbio quello di far divertire chi ha davanti e ci riesce pienamente.
Non puo’ ovviamente mancare l’inno aspettato da tutti “Danny Nedelko” da “Joy As An Act Of Resistence“: in questo caso il ritmo è decisamente più veloce rispetto al disco e anche le chitarre di Bowen e Kiernan risultano più rumorose e distruttive, ma non mancano mai melodia e adrenalina, che fanno ballare per l’ennesima volta l’ormai sudatissimo pubblico riminese.
Il set si chiude con “Rottweiler”, che Joe definisce come
una canzone anti-fascista per persone anti-fasciste
un messaggio nemmeno troppo velato verso Giorgia Meloni e il suo governo: un ultimo attacco pieno di energia per far divertire ancora i numerosi fan.
Gli Idles hanno dimostrato ancora una volta come dal vivo siano una vera e propria garanzia con la loro intensità e la loro cattiveria sul palco, unita a una grande personalità: una serata di pura magia in un luogo fantastico a due passi (due!) dal mare (peccato solo per le lunghe code all’entrata e ai bar)!