Undici anni dopo essere stato registrato vede finalmente la luce l’album di debutto dei Gold Gold, un supergruppo svedese composto dal cantante Markus Krunegård, dal bassista Petter Winnberg (Amason) e dal batterista Lars Skoglund (Peter Bjorn and John, Miike Snow, First Aid Kit).
Poche le informazioni che accompagnano l’uscita di un disco avvolto nel mistero. Perché il lavoro è rimasto chiuso in un cassetto per più di un decennio? Esiste un futuro per i Gold Gold o si è trattato solo di un effimero side project, morto ancor prima della nascita ufficiale? Non esiste neanche una foto del gruppo in questione!
Le poche certezze che abbiamo sul trio scandinavo sono racchiuse in nove tracce di ottimo indie rock dal gusto ’90s – dai suoni saturi e fortemente influenzato da Pavement, Superchunk e Sebadoh – nelle quali l’energia grezza delle chitarre elettriche si scontra con la carica contagiosa di melodie stranamente raffinate.
In bilico tra il garage rock e il noise pop più aggressivo e nervoso, i Gold Gold ci regalano ventisette minuti di buona musica alternativa che volano via tra le bordate simil-punk di “Borderline”, “You Are What I Hate” e “Love Works”, la psichedelia feroce di “The World”, “Ghost” e “1000 & 1000” e il dream pop abrasivo di “So High”. Un album pieno di enigmi ma decisamente godibile, anche se proveniente da un’epoca ormai remota e probabilmente destinato a non aver alcun seguito.