Claud Mintz ha iniziato a far musica con lo pseudonimo Toast nel 2018, due gli EP in rapida successione per poi diventare membro degli Shelly, band formata insieme a Clairo, Josh Mehling e Noa Frances Getzug. Poco dopo la firma per la Saddest Factory Records, etichetta fondata da Phoebe Bridgers e l’uscita del primo album “Super Monster” nel 2021 ma è con il secondo disco che l’identità di Claud si definisce con maggiore chiarezza.
L’uso del pronome “they / them” innanzi tutto, uno stile sempre confidenziale che unisce momenti acustici come “Crumbs”, “Every Fucking Time” e “Spare Tire” a brani dall’indole ben più rock come “Dirt” o “Glass Wall” dove si sente più che altrove la presenza di Molly Kirschenbaum a basso e chitarra e Francesca Impastato alla batteria. I sintetizzatori di “Wet” e l’elettronica di “Paul Rudd”, l’intensità di “It’s Not About You” e “Climbing Trees” mostrano una crescita genuina e una capacità non comune di scrivere testi e ritornelli efficaci.
Ospiti di lusso come Dan Wilson dei Semisonic in “A Good Thing” rendono “Supermodels” un album capace di ridefinire i confini del bedroom pop, etichetta che a Claud è sempre stata piuttosto stretta. Non parliamo neppure di una pop star nel senso classico del termine come dimostrano “All Over” e “Screwdriver”, ma di un artista curioso che non ama le definizioni. Da ascoltare con attenzione.