Credit: Brandon Dull, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons

Fra l’annuncio ufficiale del live al Circo Massimo di Roma ed i rumors di un (probabile) altro show italiano in quel di Pompei, lo scorso 28 Luglio Travis Scott ha (finalmente) pubblicato “Utopia”, sua ultima fatica. Il repertorio del trapper texano sta diventando sempre più vasto e proprio per questo motivo abbiamo deciso di fare un tuffo nella sua discografia e di scegliere quelli che per noi, fra “hit” e gemme nascoste, sono i suoi pezzi più iconici.

BONUS TRACK: The Plan
2020, da “Tenet: Original Motion Picture Soundtrack”

La prima track firmata Travis Scott per una colonna sonora. Mood ipnotico ed in crescendo per un brano che il regista del film in questione, Christopher Nolan, ha definito come “l’ultimo pezzo di un puzzle lungo un anno“.

10. No Bystanders
2018, da “Astroworld”

Non la più famosa di quelle contenute in “Astroworld”, ma una delle più incisive. In questo brano il vecchio Travis è coadiuvato dalle voci aggiuntive di Sheck Wes e del compianto, Juice Wrld. Riprende, tra l’altro, le sonorità di “Tear da Club Up” dei Three 6 Mafia. Un’evergreen durante i live del trapper di Houston.

9. Antidote
2015, da “Rodeo”

Un grande classico della discografia Traviscottiana, nonché il secondo estratto da quel capolavoro senza tempo che è “Rodeo”. Da segnalare la citazione nei sample di “All I Need” di Lee Fields & The Expressions.

8. Highest In The Room
2019, da “JackBoys”

Prodotta (fra gli altri) da Mike Dean (uno dei producer superprotagonisti di “Utopia”), “Highest In The Room” vanta pure un remix (con i feat. di Rosalia e di Lil Baby) contenuto in “JackBoys”, una sorta di EP collaborativo pubblicato nel 2019. In questo pezzo – anche un po’ sottovalutato dai suoi stessi fan – Travis Scott è veramente l’”highest” in the room della scena trap. Poco da dire.

7. 90210
2015, da “Rodeo”

Altro singolo(ne) contenuto in “Rodeo”, “90210″ (featuring Kacy Hill) è uno di quei brani in cui si sente forte l’impronta del mentore Kanye West. Non foss’altro che per il campionamento di “Family Business”. Fra i migliori in assoluto di Scott, i versi della seconda parte della track.

6. Stop Trying To Be God
2018, da “Astroworld”

Cosa dire di un brano che schiera un dream team composto da top-players del mainstream musicale quali Kid Cudi, James Blake, Philip Bailey e Stevie Wonder? Inattaccabile. Notevole anche il video diretto da Deve Meyers.

5. Escape Plan
2021, da “Escape Plan/Mafia”

Se vogliamo, si tratta di un comeback insolito e che sarà legato per sempre alla tragedia dell’”Astroworld Festival”. D’altro canto, però, abbiamo a che fare con uno dei pezzi più accattivanti dell’ultimo quinquennio di Scott, condito da un flow micidiale e da un paio di versi sulla sua vita da superstar che lasciano ben poco spazio all’immaginazione.

4. Sicko Mode
2018, da “Astroworld”

Probabilmente, il brano più iconico dell’artista texano. “Sicko Mode” ha messo d’accordo veramente tutti. Dalla critica musicale ai fan della prima ora… a LeBron James! (Che si è esibito sul palco con Scott durante un’esibizione di questo pezzo alla Crypto Arena di Los Angeles). Da manuale il featuring con Drake, così come il campionamento di “Gimme The Loot” di The Notorious BIG.

3. Can’t Say
2018, da “Astroworld”

Fedele all’omaggio della scena hip-hop di Houston di cui è permeato “Astroworld”, Travis Scott sforna un brano in cui uno dei punti di forza è rappresentato proprio dall’intermezzo estrapolato da “25 Lighters” di Fat Pat, del 1998. Il dulcis in fundo, invece, è rappresentato dal featuring di Don Toliver. Superlativa la sua entrata in scena a metà canzone.

2. 3500
2015, da “Rodeo”

Provateci voi a realizzare un brano di setteminutiequarantunosecondi ed a non risultare ridondanti. Merito di quel genio di Metro Boomin, certamente. Ma anche e soprattutto della presenza degli altri due partners in crime, vale a dire Future e 2 Chainz, due numi tutelari della scena. Si tratta senza ombra di dubbio di una delle gemme (nascoste) più belle della discografia del texano.

1. Goosebumps
2016, da “Birds In The Trap Sing McKnight”

Signore e signori, l’ingresso definitivo – e con tanto di tappeto rosso – del vecchio Travis nel firmamento musicale mondiale. Appare quasi superfluo sottolineare la grandezza del featuring di mister Kendrick Lamar, così come il numero delle settimane consecutive in cui “Goosebumps” ha spadroneggiato nelle charts. L’”utopia” era ancora lontana, ma la realtà era già epica.