Fine agosto è uno strano periodo in cui far uscire un disco. I tormentoni estivi cominciano ormai a sbiadire, quelli autunnali stanno ancora scaldando i motori. 25 anni fa a dare una scossa alla noia di questa terra di mezzo musicale ci ha pensato Lauryn Hill, con il suo primo e unico album solista. Reduce dal successo planetario di “The Score”, secondo disco dei The Fugees e ormai ai ferri corti con Pras Michel e Wyclef Jean, i boys della band, Ms. Hill è riuscita a creare un piccolo meltin’ pot musicale di hip hop, reggae, soul, pop, gospel. Fondamentale in questo senso è stato il contributo dei New – Ark (Vada Nobles, Rasheem Pugh, Tejumold Newton, Johari Newton) il gruppo di musicisti e produttori che, in momenti diversi, ha lavorato all’album facendolo diventare ciò che poi è diventato.

Trascinato da singoli come “Ex ““ Factor”, “Doo Wop (That Thing)” e “Everything Is Everything” (con un giovanissimo John Legend al piano) “The Miseducation Of Lauryn Hill” ha esordito al primo posto nella classifica di Billboard, 422.624 copie vendute nella prima settimana (record per un’artista femminile), cinque Grammy Award e una lunga serie di fan e ammiratori che hanno continuato a tesserne le lodi e continuano ancora oggi (l’ultimo in ordine di tempo è stato Donald Glover aka Childish Gambino ma anche David Bowie, Kanye West, Kendrick Lamar, Beyoncè ne hanno subito il fascino).

Sessantanove minuti (settantasette contando anche le due ghost tracks) che hanno cambiato la vita di Lauryn Hill, dimostrando che poteva farcela anche da sola con un album (di cui ha curato anche composizione e arrangiamenti) ben più complesso di quei tre ““ quattro singoli che tutti ricordano. Capace di espandere ulteriormente i limiti dell’ hip hop e dell’ R&B con la chitarra acustica di “When It Hurts So Bad” e l’energia di “Every Ghetto Every City”.

Registrato tra America e Giamaica, ispirato a un film di Michael Campus (“The Education of Sonny Carson” del 1974) e a un libro (“The Mis-Education of the Negro” di Carter G. Woodson) “The Miseducation Of Lauryn Hill” inizia col suono di una campanella e la voce del poeta e attivista Ras Baraka che si lancia in una lezione improvvisata sull’amore che fa da trait d’union tra i quattordici frammenti della filosofia di vita di Ms. Hill.Che ospita la chitarra di Carlos Santana in “To Zion” , le voci di Mary J. Blidge e D’Angelo in “I Used To Love Him” e “Nothing Even Matters” (con alla chitarra Al Anderson dei The Wailers) e si toglie qualche sassolino dalla scarpa in “Ex-Factor” e “Lost Ones” con parole di fuoco dedicate all’ex di turno (sembra proprio che si trattasse di Wyclef Jean).

Difficile riascoltare “The Miseducation Of Lauryn Hill” oggi senza pensare a quello che è successo dopo. La causa multimilionaria intentata dai New – Arc per vedere riconosciuti i diritti d’autore, i pettegolezzi e un perfezionismo estremo che hanno fatto deragliare la carriera di Lauryn Hill dopo quell’iniziale successo. I concerti annullati o iniziati con enorme ritardo, gli infiniti guai familiari, giudiziari e finanziari che hanno fatto finire Ms. Hill sui giornali per altri motivi, quelli sbagliati.

Il termine Miseducation indica tutte quelle lezioni che si imparano fuori dalle mura scolastiche” raccontava Lauryn Hill a Simon Witter del Guardian nel 1999 “quelle cose che non si trovano in nessun libro di testo, le cose che dobbiamo affrontare e ci fanno maturare. Magari impariamo qualcosa. Qualcuno si ferma, si perde per strada“. Quasi profetica Ms. Hill: a lei è successo proprio questo.

The Miseducation Of Lauryn Hill
Data di pubblicazione: 25 agosto 1998
Registrato: Chung King Studios (New York City), Sony Studios (New York City), Perfect Pair Studios (New Jersey) 1997 ““ Tuff Gong Studios (Kingston) fine 1997-Giugno 1998
Tracce: 14
Lunghezza: 69:20
Etichetta: Ruffhouse / Columbia
Produttori: Lauryn Hill, Che Guevara, Vada Nobles, Rasheem Pugh, Tejumold Newton, Johari Newton

Tracklist
1. Intro
2. Lost Ones
3. Ex-Factor
4. To Zion (featuring Carlos Santana)
5. Doo Wop (That Thing)
6. Superstar
7. Final Hour
8. When It Hurts So Bad
9. I Used to Love Him (featuring Mary J. Blige)
10. Forgive Them Father
11. Every Ghetto, Every City
12. Nothing Even Matters (featuring D’Angelo & Al Anderson dei The Wailers)
13. Everything Is Everything
14. The Miseducation of Lauryn Hill