Inspiegabilmente, o forse spiegabilmente, in cima alle classifiche Netflix di mezzo mondo “Who is Erin Carter?” fa così schifo che vale la pena vederlo.
Ambientato in una Barcellona dove lo spagnolo e il catalano li senti due o tre volte per sbaglio e dove invece tutti, anche i presunti spagnoli, parlano inglese con l’accento del Kent, la serie è una specie di via di mezzo tra “Nikita” e “History Of Violence” con risvolti woke.
Qualsiasi cosa i personaggi facciano la reazione sarà un erorme “ma perchè diocane non ha senso!”. La cosa è stata, nel mio caso, l’unico vero motivo per andare avanti fino all’osceno finale che apre ineluttabilmente a una seconda stagione.
Scritto male e recitato peggio, non si salva nemmeno nelle scene d’azione.