Attraverso un post pubblicato nelle ultime ore sul suo profilo Instagram Sufjan Stevens, che si mostra su una sedia a rotelle, ha svelato a tutti i suoi fans il dramma personale che sta vivendo ormai da qualche mese.
Ad agosto infatti al cantautore americano è stata diagnosticata la sindrome di Guillian-Barre, una malattia autoimmune, che lo ha costretto a serrati test neurologici e un veloce ricovero in ospedale.
Stevens racconta:
Il mese scorso mi sono svegliato una mattina e non riuscivo a camminare. Le mie mani, braccia e gambe erano intorpidite e formicolanti e non avevo forza, sensazione, mobilità. Mio fratello mi ha portato al pronto soccorso e dopo una serie di test i neurologi mi hanno diagnosticato una malattia autoimmune chiamata sindrome di Guillian-Barre. Fortunatamente c’è una cura. Ho trascorso circa due settimane bloccato in un letto, mentre i miei medici facevano di tutto per tenermi in vita e stabilizzare le mie condizioni. Devo loro la vita.
All’ospedale si succede poi un centro di riabilitazione specializzato:
L’8 settembre sono stato trasferito in riabilitazione, dove mi sto sottoponendo a terapia fisica intensiva per rimettere in forma il mio corpo e imparare a camminare di nuovo. È un processo lento, ma assicurano che mi riprenderò, ci vuole solo molto tempo, pazienza e duro lavoro”.
Infine un’apertura speranzosa sull’evolversi della malattia:
La maggior parte delle persone che hanno la sindrome GB imparano a camminare di nuovo da soli entro un anno, quindi sono fiducioso. Sono solo alla mia seconda settimana di riabilitazione, ma sta andando molto bene e sto lavorando molto duramente per rimettermi in piedi. Mi impegno a migliorare, sono di buon umore e sono circondato da una squadra davvero fantastica. Voglio stare bene! Vi terrò aggiornati man mano che procedo. Grazie per i vostri pensieri e le vostre preghiere”
Stevens fa inoltre sapere, che date le sue condizioni fisiche, sarà per lui complicato seguire la promozione di “Javelin” nuovo disco dell’artista in uscita il prossimo 6 ottobre a circa 3 anni di distanza dal precedente “The Ascension“.