Torna Nicky Wire dopo tantissimo tempo dal suo esordio del 2006 con il suo secondo album da solista, un lavoro che nasce dopo un lunghissimo periodo di scrittura e che sembra fosse pronto già dal 2021.
Lo stesso Nicky ci fa sapere che la sua intenzione era quella di creare quasi un collage delle sue fantasie indie e questo in effetti lo ritroviamo ascoltandolo, trovandoci dentro anche sorprese inaspettate come incursioni nel jazz più o meno sperimentale.
Il brano di apertura “CONTACT SHEETS” è un ottimo inizio, chitarra e pianoforte accompagnato una melodia che fa venire subito in mente gli Echo and The Bunnymen post anni 80, davvero un bel brano seguito da “BALLAD FOR THE BABY BLUE” che invece ci fa piombare in una sensazione anni 60, con tanto di voce sovrapposta e chitarra che brillantemente guida il brano.
Lascia in po’ spiazzati invece “MIGRAINE NO1” che arriva improvvisamente ed è un episodio jazz totalmente inaspettato visto l’andamento dell’album, un buon pezzo per carità ma che non c’entra nulla e rompe una certa atmosfera, la cosa si ripete più tardi in maniera più sperimentale con “MIGRAINE NO2” anticipato da una filastrocca, due episodi singolari ma si tratta di un’autoproduzione per cui va bene tutto.
Da segnalare sicuramente “WHITE MUSK”, dolce omaggio alla madre e al suo ricordo mentre spruzza il cuscino con un profumo, “KEEPER OF THE FLAME” nel cui testo ci dice come in fondo siamo custodi di una fiamma da non far mai spegnere anche quando gli ideali di un tempo sono ormi sepolti, e il brano di chiusura “AS THE LIGHT FADES AWAY” che, tra un bel piano e una chitarra che si mette in evidenzia, nasconde nel testo un fondo di tristezza mentre insiste su un sentimento di fedeltà verso un amore o un’amicizia.
“Intimism” è un lavoro che sembra immediato al primo ascolto ma che ha la capacità di crescere piano e lentamente a coinvolgerti, Nicky Wire inoltre ha qualità dello scrittore di classe, i testi sono importanti e non sono mai banali riuscendo ad essere sempre interessanti, direi che non è poco.