Imprevedibile e sfuggente, enigmatica e geniale, complessa e stravagante. Sono tanti gli aggettivi che nel corso del tempo sono stati affibbiati a Róisín Murphy. Il più delle volte con accezione positiva, sia chiaro. Anche al cospetto di alcuni scivoloni social che non staremo qui a sottolineare. Ad ogni modo, quando si tratta della cantante di origini irlandesi, è sempre la musica a rappresentare il fulcro centrale, il punto di incontro fra idee originali e sperimentazioni un po’ fuori dagli schemi, che negli anni, di volta in volta, si sono intrecciate fino a dare una forma più completa e stilosa al percorso da solista dell’autrice di “Simulation“.
“Hit Parade”, il nuovo album, è un caleidoscopio di brani che ad un primo ascolto potrebbero apparire spiazzanti. Il synthpop e la nu-disco di “Róisín Machine”, infatti, sono stati arricchiti da veri e propri pezzi soul. Non è un mistero che Róisín Murphy si sia fatta ispirare dall’ascolto frequente dei vecchi classici di Frank Sinatra. Dj Koze, producer tedesco alquanto dedito all’hip-hop, ci ha messo del suo, confezionando per la singer britannica una serie di tracce dal forte retrogusto Seventies. “CoCool”, il primo singolo estratto da “Hit Parade”, si adagia (e non poco) al solito canovaccio della Murphy. Catchy, radiofriendly, intrinsecamente composto da una certa brillantezza melodica, se vogliamo, ma già sentito.
Al contrario, “Can’t Replicate”, suona come un futuro lontano giunto a far visita agli Anni Venti del Duemila. Alienato e sfavillante al punto giusto. “Free Will” è una full immersion nella disco Anni Settanta, un pezzo irresistibilmente multicolor e frenetico. I timbri vocali assunti da Róisín Murphy appaiono camaleontici, perfettamente adattabili alle varie cifre stilistiche presenti nell’album. Come nel caso del soul-pop di “Fader”, dove, tra l’altro, vi è presente un campionamento di “Window Shopping” di Sharon Jones & The Dap-Kings. Del resto, la passione della Murphy per Dj set e citazioni vintage è cosa risaputa.
Proseguendo con l’ascolto, “You Knew” è una gelida cascata di sintetizzatori che sfocia in uno dei testi più sinceri del disco e che va ad integrare uno dei pezzi più interessanti del repertorio della britannica. Mentre le buone premesse di “The Universe” affogano nell’eterno limbo dei brani che non decollano mai. “Hit Parade” è il solito album di Róisín Murphy: tante sfumature di sound che, come coriandoli al vento, dirigono il mood del disco verso direzioni diametralmente opposte le une alle altre.
Il peso specifico dell’album è più o meno simile a quello del suo predecessore. Ma se con “Róisín Machine”, l’ex vocalist dei Moloko si era intrufolata – a suon di up-tempo – in un vecchio club dei primi 80s, in “Hit Parade” emerge una certa sobrietà di fondo che ben si sposa alle atmosfere patinate di alcune delle mid presenti nella tracklist. In definitiva, Róisín Murphy continua imperturbabile la sua fuga dai clichè e dalla logorante monotonia dell’adagiarsi sugli allori.