Gli ultimi anni dei settanta avevano aperto le porte ai più svariati stili musicali che tra onda innovativa e revival avevano portato sulla scena dell’epoca una marea di band che proponevano in modo coraggioso le loro idee.
Un mercato discografico che non aveva paura di lasciare spazio a giovani musicisti che spesso, anche a sorpresa, scalavano le classifiche, il successo inaspettato delle band punk e dei Sex Pistols, che avevano raggiunto a sorpresa i primi posti delle classifiche inglesi nonostante una certa avversione generale, aveva a suo tempo dimostrato che c’erano altre strade musicali da percorrere.
In questo contesto così vivo abbondavano episodi nei quali ad essere protagonisti erano giovani musicisti carichi di idee che proponevano in maniera nuova e moderna correnti musicali del passato, a questo festival delle contaminazioni e del revival non mancò neanche qualcuno che riprese il movimento Mod.
Il ritorno dei Mod fu alimentato in particolare dall’uscita nel 1979 del film ” Quadrophenia” che traendo ispirazione dal bellissimo album degli Who, amatissimi dai ragazzi mod degli anni 70 , dipingeva un periodo che ormai non esisteva più, e dal successo dei Jam di quel geniaccio di Paul Weller, che inaspettatamente scalarono le classifiche inglesi.
Il revival mod finì con esprimersi in maniera assolutamente eclettica con tante band che proponevano stili e generi diversi, spesso ignorati dalla stampa e dal grande pubblico ma che riuscì poi ad influenzare e ispirare altri giovani artisti, avendo anche un peso nella future espressioni del Britpop.
La Cherry Red Records con “Into Tomorrow: The Spirit Of Mod 1983-2000” realizza un’operazione enciclopedica riuscendo a coprire un periodo lunghissimo nel quale propone band che hanno subito il fascino del revival mod, quattro Cd e tantissimi brani da ascoltare ed apprezzare.
La raccolta contiene anche nomi famosissimi (The Undertones, The Jam, Fine Young Cannibals, Inspiral Carpets, The Stone Roses, Supergrass, Primal Scream, Gene solo per nominarne qualcuno), in questa mia top 10 ho scelto dieci brani di band, tutte presenti nella raccolta della Cherry Red, concentrandomi maggiormente sui protagonisti dei vari periodi che oggi sono tutto sommato dimenticati e tralasciando volutamente i nomi più conosciuti.
10. Apocalypse Dont Stop (1984)Brano allegro e divertente, cori e fiati per una band che riuscirà a pubblicare poco e nel 1984 finì il suo percorso musicale. Uno dei componenti Tony Fletcher, che all’epoca era autore e fondatore della fanzine “Jamming!”, e’ diventato negli anni uno stimato scrittore, autore tra l’altro di “Dear Boy: The Life Of Keith Moon” sul mitico batterista degli Who.
9. Mood Six The Contemporary Scene (1986)Gran bel brano per una band che si muoverà poi sui territori della Neopsichedelia, e che avranno un certo riconoscimento, un loro brano finì per essere il lato B del grande successo mondiale di Tony Basil ” Mickey ” e vendendo parecchio in America con il loro album del 1986 “A Matter Of!”.
Non sfigurerebbe in pieno periodo Britpop ma siamo nel 1986.
8. Mod Fun I Can See (Everything) (1985)Band del New Jersey che partecipò al revival Mod conquistando immediatamente un buon seguito che faceva ben sperare, il loro sound aveva influenze anni 60 quali il freakbeat con incursioni garage e fu una band influente che avrà tra i suoi estimatori artisti del calibro di Thurston Moore dei Sonic Youth e Jello Biafra dei Dead Kennedys.
Questo bel brano è un buon esempio della qualità di questa band.
Squire sono stati una band dalle grandi potenzialità che all’epoca erano molto interessanti nonostante spesso non avessero trovato un pieno appoggio da parte della critica musicale.
Nati praticamente insieme ai Jam, di cui aprivano i loro concerti quando erano agli inizi, avevano una capacità di unire il revival mod a melodie pop spesso molto riuscite e ben fatte, potevano spaccare non ci riuscirono ma di loro resta un gran bel ricordo.
Per chi non li ha mai ascoltati potete cominciare ad apprezzarli con questo bel brano immeritatamente stroncato dalla critica dell’epoca.
6. Biff Bang Pow! Someone Stole My Wheels (1987)Band dal nome fantastico (preso da un brano dei Creation dai quali traevano una certa ispirazione) ampiamente sottovalutata che aveva parecchie frecce al suo arco, riprendevano cose dei Jam ma il loro guitar pop sporco era particolarmente interessanti e per certi aspetti anticipava l’epoca d’oro dello shoegaze
A completare il tutto un tocco malinconico che non ci dispiace, band da riscoprire.
5. The Playn Jayn I Love You Like I Love Myself (1985)Tra pop psichedelico e molti riferimenti agli anni 60 la band fu una meteora nel panorama inglese non trovando un suo spazio a causa degli insuccessi dei loro singoli tra cui anche questo “I Love You Like I Love Myself”.
La scena musicale in continuo cambiamento non lascio loro scampo ma qualcosa di buono c’era e qualche discografico attento avrebbe potuto valorizzare il loro sound indirizzandolo meglio.
4. The Shadowland Smoke (1993)The Shadowland proponevano un pop psichedelico che attirò gli amanti del revival mod, partiti da Edimburgo riuscirono a crearsi un discreto seguito anche in Italia dove si esibirono durante il loro ultimo tour.
Chitarra, piano hammond e melodie irresistibili che potrete apprezzare in questo loro brano.
3. Edward Ball The Mill Hill Self Hate Club (1996)Edward Ball non potevo non metterlo, tra i fondatori dei Television Personalities ha avuto una lunga carriera e in questo brano troviamo anche Andy Bell dei Ride, pezzo formidabile con tanto di armonica alla The The, perfetto per il periodo Britpop non avrà il successo sperato, strano perché meritava.
2. Purple Hearts Friends Again (1986)I Purple Hearts abbracciarono in pieno il revival Mod riuscendo ad entrare nella classifica inglese anche se lontanissimi dalle prime posizioni, talmente Mod che anche il loro nome derivava da una miscela di droghe che andavano di moda durante gli anni 60 tra i Mod.
Figli degli Who ne ripercorrevano la strada a volte in modo più leggero e meno rock, come avviene in questo brano.
1. Mantaray Insomniacs Dream (1994)Band dimenticata del periodo Britpop ( non da noi che intervistammo qualche anno fa il cantante Christopher Latter, lo trovate qui) portavano i loro riferimenti a The Who, Small Faces nella nuova ondata di super band che raggiungevano in quel momento il successo, per loro non ci fu un grande riscontro eppure meritavano molto.
Me li riascolto ancora una volta e il primo posto finalmente glielo dedico io.